Nulla di fatto ancora per il futuro dell’aeroporto Catullo dopo che ieri ci sono stati contatti tra i soci veronesi per mettere a punto il nuovo consiglio di amministrazione. Ma c’è all’orizzonte un’altra scadenza che contribuisce a far slittare l’assemblea dei soci e si chiama Tar del Lazio.
Andiamo con ordine. Innanzi tutto per il consiglio di amministrazione che va rinnovato la Provincia deve nominare un rappresentante e pesca dalla quaterna indicata dal Comune, cioè dal sindaco Tommasi. Il prescelto è l’avvocato esperto di imprese Daniele Giacomazzi.
Ora però anche Cariverona, che ha una quota inferiore, vorrebbe un proprio rappresentante nel consiglio di amministrazione ed è difficile far saltar fuori un’altra poltrona.
E a proposito di poltrone c’è da rinnovare anche quella del presidente Paolo Arena che potrebbe essere confermato a meno che non emergano altri candidati. Ma al di là dei nomi, serve anche che gli eventuali candidati siano disponibili a prendersi una poltrona che di fatto non consente di gestire quasi nulla, dal momento che la gestione tecnica dell’aeroporto è tutta in mano a Save tanto che la Catullo paga a Save i servizi. Finora in tutti questi anni ha pagato 4,4 milioni di euro (cifra complessiva e non riferita a un solo anno come scritto ieri).
Ma, dicevamo, le poltrone dipendono dagli equilibri societari: potrebbero nascere alleanze tra soci e altri soci potrebbero vendere. Ma ogni decisione di questo genere al momento viene rinviata in attesa della sentenza del Tar sulla vendita delle quote di Villafranca a Save.
Infatti l’Anac nel marzo 2018 ritenuto non conforme alle previsioni del Codice dei Contratti e del diritto comunitario la cessione delle quote di proprietà del Comune di Villafranca nel capitale sociale della società Catullo. Questa delibera è stata impugnata dalla Società capogruppo, oltre che da Save e dal Comune di Villafranca, avanti il Tar Lazio ritenendo corretta la procedura. Il procedimento è ancora in corso.
E ovviamente i soci vogliono vedere come andrà a finire prima di procedere con l’aumento di capitale che si porterebbe dietro altre compravendite di azioni della società.
Se per esempio Cariverona volesse cedere a Save, potrebbe fare una vendita diretta di quote o dovrebbe fare una gara a evidenza pubblica?
E allora chi altri potrebbe entrare?
Per evitare altri rischi, si preferisce attendere il Tar.
E così l’assemblea slitta ancora…..
(mb)