La prossima primavera, a Verona, avremo le elezioni amministrative. Sinora sono usciti i nomi di candidati sindaco certi o presunti, ma di come si intende pianificare e gestire la città, si sa poco o nulla. Non ci è lecito sapere quali sono le diverse proposte per la Verona del futuro.
Il dibattito è centrato sui nomi, sulle loro appartenenza, sul manuale Cencelli per la distribuzioni dei sindaci nella regione e sull’ipotetico appeal elettorale dei diversi presunti candidati. Ma, ripeto, dei diversi modelli della Verona del futuro, nessun cenno.
A questo punto, mi permetto di porre alcune domande a coloro che si candideranno per governare la città e alle coalizioni politiche che li sosterranno:
La viabilità. Si punterà ancora sul progetto del “filobus”, oppure si opterà per altre ipotesi? Si terrà conto dei risultati del P.U.M.S. (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)? Sarà privilegiato il trasporto pubblico o verrà incentivato quello privato, con conseguente costruzione di nuove strade? Il piano della mobilità, sarà organico a quello complessivo per la regolazione del territorio veronese? Si crede opportuno ampliare le ZTL anche alle zone della periferia?
Il sistema del verde. Il verde cittadino diventerà una parte integrante e vincolante della progettazione urbanistica, o sarà considerato solo per ambiti puntuali, scollegati dal sistema città?
Il parco delle mura e quello della collina, rimarranno ancora sulla carta? Verrà realizzato, a sud della città, sulle aree agricole rimaste libere dall’edificazione, l’Anello Verde che unirebbe i forti extra moenia, da quello di Parona a quello di Santa Caterina, e che collegherebbe tre sistemi ambientali diversi, di grande valore paesaggistico: la collina, l’Adige e la pianura? Il master plan del parco urbano allo Scalo Merci, sarà quello presentato dalla Pubblica Amministrazione, o verrà cambiato? Come sarà utilizzato il Regolamento del verde? Sarà eliminata la possibilità di contabilizzare il verde? Saranno previste delle zone verdi nei borghi periferici?
Il sistema culturale-museale. Sarà realizzato un sistema culturale che colleghi i musei in essere e quelli in divenire, con il patrimonio archeologico e storico-architettonico della città? Sarà annullato il progetto di realizzare i Magazzini della Cultura nell’area del Forte Santa Caterina al Pestrino? Si intenderà considerare l’Arsenale anche come continuazione del museo di Castelvecchio?
Il Centro Storico. Sarà confermato il Piano Folin, che prevede un grande centro congressi, un albergo di lusso, una spa ed un museo del vino in pieno centro? Verranno previste delle soluzioni per ripopolare il centro storico ed evitare che si trasformi in un grande centro commerciale?
La pianificazione urbanistica. Sarà interrotta la pratica di permettere agli investitori privati di decidere le scelte d’uso del territorio? Verrà interrotto il consumo del suolo? Le destinazioni d’uso saranno definite dalla speculazione o dalle esigenze della collettività che ci vive?
Gli Enti partecipati. La nomina dei presidenti e dei consigli dei vari enti, sarà definita da parametri di competenza o di clientelismo politico? I controllori saranno scelti per estrazione o per conoscenza?
Giorgio Massignan