“All’età di 10 anni, con mia sorella e mio fratello che all’epoca ascoltava solo musica punk, durante il grest a S. Bernardino avevamo scritto uno spettacolo comico sulle stile demenziale di Mel Brooks, anche se in realtà non sapevamo neanche chi fosse. E “vista la me altessa”, io facevo uno gnomo che aveva il potere di portare gli altri “buteleti” in giro nel tempo: li portavo ad esempio a Londra a vedere i Sex Pistols. Avevamo fatto anche la versione moderna di cappuccetto rosso, che si chiamava “Mudanda Bianca”.
Un fiume in piena di idee, un artista fin da piccolo. Beppe “Bifido” è uno che la creatività ce l’ha intrisa nel DNA. Tanto da raggruppare le ultime creazioni nel suo “negossietto”, come lo chiama lui, a Bussolengo. “Lo Stampigliacose dal Bifido”, con un motto che parla da solo: “Personalizzo anca to zia”. E da dietro il bancone, tra una maglietta da stampare e un “ahi che scotton”, ha aperto i cassetti della memoria: “All’inizio mi facevo chiamare Marco Agonia, poi un giorno, a metà anni ’90, durante una trasmissione radio condotta dal mio compagno di viaggio Tony Franchi, è venuto fuori “Bifido”, ispirandosi al batterio bifidus scoperto nello yogurt. Agli inizi del 2000 feci il primo spettacolo dal vivo al Don’t Worry di Caldiero, e qualche anno più tardi a seguito di un licenziamento dal mio vecchio lavoro di grafico, è iniziata seriamente la mia carriera”.
Da lì parte tutto, e dalle piccole sagre, arriva poi la chiamata di Telearena. La trasmissione “Gol de Ponta” diventa il suo cavallo di Troia, che dai palinsesti della radio si trasforma in un programma tv, tanto apprezzato da conquistarsi ora la prima serata: “Son partito imitando l’indimenticabile Conte Arvedi. I personaggi vengono di suo, non vado alla ricerca esasperata, me li sento dentro. Magari mi viene in mente qualcuno, mi studio le interviste, ci lavoro e poi capisco se funziona o meno. Ora con la diretta, tra una pubblicità e l’altra, mi faccio tutto da solo, anche trucco e parrucco”. Conclude il “Bifido”: “Personaggio a cui sono più affezionato? Mah, dipende un po’ dal momento, da Del Neri a Setti, e anche quelli inventati da me come La Nella, Sandrone o Rolando, mi sembra piacciano. Quello che forse ha avuto più successo penso sia Juric, lo vedrei bene anche per il “grande pubblico”.
“Il mio sogno sarebbe arrivare a “Quelli che il Calcio…” o a “Ciao Belli” su RadioDeejay”. E il “negossieto” come va?: “Bene. La barca non so ancora riussio a comprarmela, intanto son na a veder el color dei remi”.
Erre Effe