Sempre più imprese artigiane stanno abbassando le serrande definitivamente, facendo perdere al Paese tante competenze professionali preziose, spesso tramandate di generazione in generazione e il rischio è che la crisi politica che il Paese sta attraversando finisca per aggravare questa situazione.
“Nonostante l’artigianato pesi per il 9,5% sul Pil e rappresenti il 21,2% delle imprese, il mestiere dell’artigiano rischia di scomparire, dato che sempre meno giovani si avvicinano alla professione e il ricambio generazionale del settore è molto lento”, commenta Andrea Prando, Segretario Regionale di Casartigiani Veneto.
“Il Covid-19 ci ha messo del suo, ma a dare il colpo di grazia al comparto artigiano è la politica, che ancora una volta si mostra lontana dalle necessità di imprese e lavoratori – spiega il Segretario Regionale -. Dopo la crisi di governo scivolano in secondo piano le richieste del mondo economico e produttivo, con il rischio che anche i progetti avviati dal Pnrr subiscano importanti rallentamenti”.
La crisi che il settore artigiano sta affrontando è senza precedenti.
“Non possiamo sempre chiedere sforzi alle categorie produttive – afferma Prando -. Tanti professionisti, per non addebitare i rincari sul consumatore finale, stanno marginando sui fornitori e sul proprio guadagno, ma non è una soluzione che può durare a lungo”. A questo si aggiungono la crescente inflazione e una burocrazia che pesa in particolare sulle Pmi: “È qui che lo Stato deve intervenire con decisione, snellendo gli adempimenti burocratici e mettendo le aziende nelle condizioni di lavorare – aggiunge il Segretario Regionale -. L’obiettivo del futuro esecutivo deve essere proprio quello di interfacciarsi con il mondo dell’impresa e investire finalmente in moderne ed efficaci politiche del lavoro”. “Finita la competizione elettorale, la politica, con grande senso di responsabilità, deve lavorare in questa direzione su vuole guidare il Paese fuori dalla crisi”, conclude il Segretario Regionale.