Le divergenze tra Comune e Provincia di Verona sulla bonifica dell’ex Arsenale sono ben più profonde di quanto l’assessore Segala aveva voluto ammettere lo scorso 19 agosto quando avevamo dato notizia della riapertura delle indagini sulla falda acquifera e sulla presenza di metalli pesanti in alcuni punti del sito.
Per citare le parole dei tecnici provinciali, che hanno dato parere negativo alla proposta di bonifica: “la posa del capping proposto non sembra poter assicurare piena conformità ai requisiti, previsti dalla legge, dell’isolamento completo e definitivo e poter fornire garanzie sufficienti ai fini della protezione ambientale e delle persone in considerazione della destinazione d’uso futura prevista per l’area, peraltro con la concreta possibilità che la sua integrità/continuità nel tempo venga compromessa per le ragioni esaminate”.
L’amministrazione comunale sia chiara e non nasconda ulteriori informazioni: come avevamo previsto fin dall’inizio la bonifica dell’ex Arsenale non sarà una passeggiata. E a causa della sua superficialità la città non può essere chiamata a scegliere tra la sicurezza degli utenti e la preservazione del patrimonio arboreo”.
Anche Flavio Tosi commenta la decisione della Provincia: “Sboarina persevera nella propaganda. Tentativo, va detto, quasi commovente dato che non ha nulla di concreto da poter raccontare. Doversi inventare balle ogni giorno non dev’essere facile…”.
Tosi poi sottolinea: “Nel suo mandato Sboarina ha fallito su tutto: prima ha cassato il project della mia Amministrazione, fosse stato pragmatico invece, avrebbe potuto già oggi consegnare ai cittadini un Arsenale completamente ristrutturato. Nel frattempo non ha saputo lavorare concretamente a un progetto alternativo, di riqualificazione completa che preveda la bonifica del suolo e delle aree verdi e il rifacimento degli interni degli edifici. Farlo costa oltre 50 milioni, Sboarina parla al vento: deve ancora indicare dove troverà i soldi, che non ha. Ma soprattutto, con questo modo inverso di procedere (si è mai mai visto ristrutturare un immobile partendo dalla fine, cioè dai tetti?), e senza il restauro degli interni, gli edifici rimarranno inagibili anche con le coperture nuove’.
Tosi indica cosa ci sarà da fare sull’Arsenale una volta concluso il mandato Sboarina: “Bisognerà ripartire dalla collaborazione tra pubblico e privato, il metodo che l’attuale Sindaco ha irresponsabilmente cassato. Solo unendo le forze con gli imprenditori il Comune può ridare vita al nuovo Arsenale, con un progetto che abbia tempi certi e finanziamenti sicuri e adeguati”.
A stretto giro di posta è arrivata la replica dell’assessore Ilaria Segala:
“Quando si vuole cercare il male in ogni cosa, si fanno gli autogol – commenta l’assessore Segala -. Si spacciano per novità, informazioni che invece sono già state aggiornate. Il progetto definitivo del Comune per la bonifica dell’Arsenale prevede lo scavo di 50 centimetri come richiesto dall’Arpav e il monitoraggio della falda attraverso 5 piezometri già installati’’.