Arsenale, la parrocchia non gradisce Il Comitato dice “no” alla realizzazione di un mercato gastronomico nella Corte Est

“qualche grande pensatore del passato ha affermato che i grandi avvenimenti si ripetono, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Sembra che anche a Verona , nel nostro piccolo, non ci si voglia privare di nulla”. Va dritto al punto il Comitato Arsenale di Verona dopo la reazione dell’Aministrazione Comunale alla lettera della Parrocchia di San Francesco relativamente al prospettato utilizzo della Corte Est dell’Arsenale. Il Comitato, in una nota, conferma la sua constrarietà alla realizzazione in quel luogo di un mercato gastronomico o altro del genere. Il Comitato fa nostare inoltre che la Corte Est non è mai stata utilizzata per eventi, ma è rimasta con i ruderi degli edifici-magazzino costruiti dall’esercito Italiano. “Siamo passati- prosegue la nota- da una Amministrazione comunale che voleva fare dell’Arsenale un centro commerciale di lusso da affidare al privato (tragedia) alla attuale che non sa trovare, in un Arsenale di 20.000 metri quadrati, una soluzione razionale e condivisa per un piccolo mercato coperto di 2.000 metri quadrati, sempre da affidare al privato (farsa)”. Convergono che non c’è dubbio che sia difficile mettere insieme idee unitare su una problematica così complessa. “Noi del Comitato – proseguono- avevamo desiderato (o meglio, desideriamo) che la destinazione fosse la nuova sede di un Museo di Storia Naturale del terzo millennio, l’occasione per spazi aperti alla vivacità ed alla partecipazione ad attività culturali e ludiche, un grande parco cittadino per tutti. Questa Amministrazione ha, ad oggi, optato per soluzioni di compromesso. Ma vista la polemica in corso -concludono- ci chiediamo perché gli edifici da destinare al mercato coperto siano gli unici edifici non storici di cui non si vuole la demolizione, rubando così migliaia di metri quadrati al parco pubblico, perché non si trovi una migliore collocazione per il mercato, quando si insiste, per esempio, nel voler realizzare, affidando il tutto sempre al privato, un ristorante di lusso ed un piccolo albergo (la cosiddetta “foresteria”) all’interno della corte centrale, perché non si vuole coinvolgere armoniosamente la chiesa (che è lì da più di trent’anni) nel brano di città come, prima o poi, diverrà il complesso di ruderi e di incolti che è l’attuale Arsenale, complicando così, oltre tutto, la importante accessibilità da garantire da Viale della Repubblica”.