Arriva acqua buona nella zona rossa Mantovanelli: “Un’opera altamente tecnologica che risponde ai problemi di sicurezza’’

È una risposta concreta all’emergenza Pfas: sei nuovi pozzi, diciotto chilometri di acquedotto da Belfiore a Lonigo per portare acqua di buona qualità proveniente da fonti alternative in zona rossa. La prima ad essere operativa delle grandi opere volute dalla Regione Veneto per rispondere alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.
AUTORITÀ E TERRITORIO. A tagliare il nastro della nuova dorsale idrica il presidente di Acque Veronesi, Roberto Mantovanelli, insieme ad altre autorità e sindaci del territorio: il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, al sindaco di Belfiore Alessio Albertini e molti altri sindaci e amministratori del territorio, il direttore generale di Ulss9 Pietro Girardi e alcuni rappresentanti del Consorzio Viveracqua che racchiudere i gestori idrici del Veneto. Presenti anche alcuni componenti del precedente e dell’attuale consiglio di amministrazione di Acque Veronesi, che hanno seguito in questi anni l’andamento dei lavori e una rappresentanza delle “mamme no Pfas” e del comitato “acqua bene comune”.
OPERATIVI PER PRIMI. L’opera, finanziata per 24 milioni di euro con fondi ministeriali, è la prima ad entrare in funzione degli interventi urgenti di Protezione Civile messi in atto dalla Regione Veneto in conseguenza della contaminazione delle falde. A gestire, per conto del Presidente del Veneto Luca Zaia, un piano da complessivi 80 milioni di euro di fondi ministeriali il commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, che ha coinvolto altri gestori dell’idrico pubblico regionale oltre ad Acque Veronesi in qualità di soggetti attuatori. Consegnati nel maggio 2019, i lavori si sono bloccati solo nei primi due mesi dell’emergenza covid, quando tutto si era fermato.
LA DORSALE IN CIFRE.
Il nuovo acquedotto attraversa i comuni di San Bonifacio e di Arcole. Il beneficio che l’opera apporterà al sistema acquedottistico della fascia orientale della provincia di Verona e non solo sarà decisamente importante: la nuova fonte consentirà di convogliare continuativamente un flusso idrico di 150 litri al secondo, che potranno arrivare a 250 litri al secondo (22 mila metri cubi d’acqua al giorno) una volta a pieno regime, di acqua controllata e di buona qualità, assicurando l’approvvigionamento di diversi comuni della zona rossa.
MONITORAGGI E CONTROLLI. “È una grandissima soddisfazione vedere oggi realizzata l’infrastruttura più significativa e strategica della storia di Acque Veronesi” ha detto durante la cerimonia inaugurale il presidente Roberto Mantovanelli. “Come già per altre progettazioni importanti, come Viveracqua Hydrobond, la strada del finanziamento innovativo dei piani d’investimento, i gestori dell’idrico pubblico Veneto uniti nel consorzio Viveracqua hanno saputo fare sistema” ha concluso il presidente Roberto Mantovanelli.