L’attività avviata dalla Procura della Repubblica veronese, su impulso del Procuratore della Repubblica Raffaele Tito, continua ad ottenere risultati significativi con iniziative volte ad aumentare la percezione della “certezza della pena” nei cittadini. Grazie all’impiego della Polizia Giudiziaria viene data esecuzione alle posizioni ormai definitive tramite l’inserimento di mandati di cattura negli appositi circuiti internazionali. L’obiettivo principale di tale attività è quello di garantire che le persone condannate con sentenza definitiva in Italia, e fuggite in paesi esteri prima della sentenza, scontino concretamente le pene a cui sono sottoposte.
Così, lo scorso 14 maggio è stato arrestato un cinquantatreenne serbo, noto ricercato in ambito Schengen. Concesso in estradizione dalle Autorità danesi, l’uomo è stato prelevato e scortato dai poliziotti della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Interpol – su volo speciale atterrato presso lo scalo aereo di Roma Fiumicino.
L’attività di localizzazione del ricercato è stata svolta dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia in cooperazione con i collaterali organismi. In particolare, l’operazione ha visto l’intensa collaborazione tra la squadra mobile di Verona e l’ufficio di polizia di frontiera aerea di Roma Fiumicino, dove, due giorni fa, il cinquantatreenne serbo è stato prelevato dagli agenti della Polizia di Stato e tradotto presso il carcere di Rieti.
L’uomo, già arrestato nel 2021 per aver trasportato un’ingente quantità di sostanza stupefacente – pari a 231 kg complessivi – era stato scarcerato l’anno successivo e sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora in Veneto. Poco dopo, a seguito di un’indagine condotta dagli agenti della squadra mobile scaligera, il cinquantatreenne era stato individuato quale appartenente ad una organizzazione criminale radicata all’estero e dedita alla produzione, vendita e acquisto di sostanze stupefacenti: immediatamente, nei suoi confronti era stato emesso un ordine di carcerazione dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona.
L’uomo, ora in carcere, dovrà scontare una pena detentiva di 4 anni, 3 mesi e 8 giorni.