L’inquinamento atmosferico e i suoi conclamati effetti sulla salute pubblica (oltre 50mila morti premature all’anno, secondo le stime dell’Agenzia Europea per l’Ambiente) continuano a preoccupare, ma le numerose buone pratiche pubbliche e private, oltre a diverse iniziative virtuose messe in atto dalle istituzioni regionali e locali, accendono un barlume di speranza che secondo Legambiente deve essere ravvivato con continuità e vigore, senza tentennamenti. A maggior ragione, in vista della nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria che, comunque vada a finire il faticoso trilogo tra gli organismi europei che la stanno discutendo, vedrà il superamento della “vecchia” direttiva 2008/50 per adottarne una che è bene ricordare porrà a tutti gli Stati l’obiettivo di ridurre virtualmente a zero il numero di morti premature e di malati da inquinamento atmosferico al 2030 e al 2050, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
È questa la sintesi della giornata di studi, discussioni e confronti emersi nella seconda edizione del Summit “Aria pulita per il Veneto” organizzato da Legambiente Veneto con la collaborazione della Regione del Veneto e di ARPAV. Un momento pubblico di dialogo e confronto multilivello che riunendo decisori politici, tecnici ed esperti, cerca di smuovere verso riflessioni collettive per lo sviluppo e l’attuazione di efficaci politiche a tutti i livelli, nonché di informare cittadini e amministratori per una sempre più corretta conoscenza della complessità dei fenomeni di inquinamento atmosferico, e per divulgare i corretti comportamenti e far conoscere le azioni e le opportunità attivate dalle pubbliche amministrazioni allo scopo di moltiplicarne l’adozione e gli effetti positivi.
Tra le esperienze virtuose e le buone pratiche da cui partire, secondo Legambiente, ci sono quelle presentate oggi e messe in atto da numerosi Enti pubblici e privati. Dalla iniziative della Direzione ambiente regionale con i finanziamenti rivolti ad incentivare il rinnovo del parco auto circolante e dei generatori a biomassa legnosa per ridurre il particolato fine, all’impegno organizzativo dei Tavoli Tecnici Zonali della Città metropolitana di Venezia e della Provincia di Vicenza per la messa sistema delle azioni dei Comuni; dalle innovazioni tecnologiche messe in campo da Femogas srl per la raccolta e gestione efficiente dei residui zootecnici con la relativa cattura di pericolosi inquinanti secondari come l’ammoniaca, ai benefici attuali e futuri scatenati dalla rivoluzione del trasposto collettivo della città di Padova, con l’avvio delle due nuove linee di trasporto tranviario e del sistema SMART per l’ottimizzazione del trasporto pubblico locale. “Per Legambiente – ha commentato il presidente regionale Luigi Lazzaro – questi sono esempi concreti di lotta allo smog che ci piace vedere e che dimostrano un impegno quotidiano a cui non è possibile abdicare perché non c’è alcuna seria ragione scientifica o politica per alzare bandiera bianca e non impegnarsi a raggiungere il traguardo aria pulita anche in pianura padana. Queste azioni, oltre a diversi studi ufficiali, dimostrano che i benefici delle misure a favore di un’aria pulita creano green jobs e nuove competenze portando anche a un aumento complessivo del PIL, oltre a rispecchiare la volontà dei cittadini che come è noto da decenni esprimono preoccupazione per i problemi di salute e ambientali causati dall’inquinamento dell’aria”.