Quando si dice Argentina riferito al mondo del calcio subito vengono in mente Diego Armando Maradona o Lionel Messi, ma dopo il talento, il genio e la classe di questi due giocatori si pensa al primo Mondiale vinto dalla Nazionale Albiceleste, quello giocato in casa del 1978, di cui la finale fu disputata il 25 giugno.
POLITICA. È giusto dire come il Mondiale giocato in Argentina abbia avuto come costante quello della politica. Sì perché già prima dell’inizio del torneo alcune Nazioni partecipanti manifestarono i propri dubbi sull’assegnazione della competizione a causa della situazione politica del paese sud americano. Dove, il regime oppressivo militare, usò proprio il torneo di calcio per consolidare la propria leadership, non solo gestendo direttamente l’organizzazione dell’evento, ma anche mettendo, per alcuni, pressioni non solo ai propri giocatori. La vittoria nel Mondiale di casa permise alla nuova politica di esaltare il nazionalismo e fu utilizzata per rafforzare la propria immagine.
LA COPPA DEL MONDO giunse in Argentina nel 1978, il torneo per i padroni di casa cominciò in quello che oggi verrebbe chiamato “il girone della morte” composto, oltre che dalla nazionale Albiceleste, dall’Italia, l’Ungheria e la Francia. In questa fase l’Argentina perse l’unica partita del suo torneo contro l’Italia per 1 a 0, ma sconfiggendo sia Francia che Ungheria riuscì a qualificarsi per il turno successivo. Nel girone successivo, ovvero quello della seconda fase, che se vinto garantiva l’accesso alla finale, l’Argentina dovette vendersela contro Polonia, Perù e i rivali di sempre del Brasile. Dopo aver vinto entrambe la prima partita, la grande sfida tra le due “big” del calcio sudamericano si concluse con un pareggio a reti inviolate con il passaggio del turno che si decise all’ultima giornata.
Per passare come prima alla Nazionale di casa serviva vincere con 4 gol di scarto, il risultato finale fu di 6 a 0, con il sospetto di un risultato “combinato”.
Dopo le polemiche per la vittoria del secondo girone per l’Argentina in finale ci fu la sfida contro l’Olanda, che già nel ‘74, in Germania, era arrivata ad un passo da vincere la Coppa del Mondo senza però mai riuscirci. Olanda, che era privs di Cruyiff, il suo campione più rappresentativo, rimasto a casa, sembra, proprio a causa delle minacce ricevute del governo argentino.
La storia per gli Orange si ripetè anche contro l’Argentina, che vinse, anche qui non senza polemiche la finale dopo i tempi supplementari per 3 a 1.
Giovanni Miceli