Un “brodino” che però non basta a soddisfare la “fame” di risposte delle imprese e del sistema Italia in questa fase cruciale per il futuro del Paese: è il commento di Confcommercio Verona alle misure del Governo contenute del Decreto “Cura Italia”.
“Il maxi-decreto rischia di essere solo un farmaco palliativo per le aziende – sottolinea il presidente Paolo Arena – Percepiamo chiaramente come non vi siano misure mirate per le imprese. Sono previsti sussidi di pochi centinaia di euro o crediti d’imposta, quando non si sa se ci saranno basi imponibili su cui calcolarle, e moratorie a breve, brevissima distanza”.
E se è positivo il rinvio della scadenza dei versamenti fiscali e contributivi al 31 maggio, “servono interventi strutturali che coinvolgano la generalità dei contribuenti, altrimenti la crisi di liquidità delle aziende viene solo rinviata di qualche tempo, e, per alcuni, addirittura aggravata”. Un piano straordinario e generalizzato di proroghe e rateizzazioni a medio-lungo termine, in sostanza, “che consenta alle imprese di rialzarsi, altrimenti in molti dovranno chiudere per sempre”.
“Intravvediamo poco soprattutto per le imprese chiamate a operare per garantire sicurezza e generi di prima necessità – aggiunge Arena – assicurando un servizio sociale: distribuzione tradizionale alimentare e non, servizi alle persone e alle imprese. E poi il turismo, grande vittima, per il quale non c’è una strategia proiettata nell’immediato che abbia efficace nel medio periodo, nell’ottica di garantire la ripresa e di conseguenza la salvaguarda l’economia del paese, che transita e dipende soprattutto dal mondo del terziario. Apprezziamo la norma sui voucher, che realizza un giusto equilibrio tra gli interessi dei clienti e quelli degli alberghi, che in questo momento di crisi di liquidità non avrebbero potuto far fronte alle richieste di restituzione delle caparre, ma non basta: mancano all’appello due misure importanti, che erano state preannunciate, ossia una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi e un incentivo agli italiani che effettuano le vacanze in Italia.”
L’impegno e l’orgoglio delle imprese è forte, ma senza “benzina” tutto rischia di fermarsi: “Stiamo perdendo la forza di offerta del Made in Italy, dell’offerta turistica italiana”, aggiunge Confcommercio Verona. “Giusto che chi ha potuto proseguire la propria attività a sostengo dell’economia sia sotto i riflettori, ma altresì e a maggiore ragione va tenuto in considerazione chi ha chiuso e vuole poter riaprire quando l’emergenza finirà. Ne va di mezzo la salute economica, la vitalità delle imprese, l’occupazione, il Paese tutto. Un Paese che deve riuscire con orgoglio e forze a mantenere le proprie posizioni sui mercati europei e internazionali, un Paese che deve garantire i livelli di servizio ai propri cittadini, agli italiani; livelli di servizio che passano necessariamente dall’intermediazione del terziario”.