Che succede ora in Fondazione Arena? Dopo la riconferma della sovrintendente Cecilia Gasdia con una spaccatura verticale del Consiglio di indirizzo con 4 voti a favore dell’ex soprano, con il presidente della camera di commercio Giuseppe Riello primo sostenitore, e il sindaco presidente Damiano Tommasi sconfitto e in minoranza quali saranno le prossime mosse di Palazzo Barbieri? La prospettiva, che è già realtà, è quella di una gestione di solisti: da una parte Gasdia che continuerà a macinare i suoi programmi nella stagione del Centenario, a fare e a disfare, senza neppure un direttore generale a fianco, dall’altra il sindaco presidente che alzerà al massimo la soglia di attenzione su tutte le decisioni. Altro che gestione corale, unità d’intenti, collegialità e via di questo passo. In mezzo, i sindacati dei lavoratori che come riferiamo in altro articolo, sono preoccupatissimi per questa frattura e chiedono garanzie e tutele di fronte alla realtà di 150 cause di lavoro maturate negli ultimi anni. Un dato di fatto della Cecilia Gasdia, ma la narrazione che è passata è stata quella della positività del mandato della sovrintendente perché evidentemente la maggioranza che sostiene il sindaco non è riuscita, forse per la stessa titubanza di Tommasi, a far emergere una narrazione diversa, che sarebbe dovuta partire da lontano per costruire un’alternativa. Invece non si è discusso, se non nell’ultimo Consiglio di indirizzo, delle luci e delle ombre del mandato Gasdia, ma si è puntato su un nome alternativo dell’altro mondo (nel senso dell’altro emisfero), Lyndon Terracini, che in Australia aveva dato le dimissioni a ottobre 2022, un anno prima della fine del suo mandato. Quale linea daranno ora le forze politiche a sostegno di Tommasi per gestire la Fondazione Arena? Le riunioni politiche si terranno dopo l’incontro con le rappresentanze sindacali, ma già da ora appare chiaro alle forze del centrosinistra che c’è solo un tavolo su cui il Comune, persa la partita Gasdia, può ancora giocare: quella dell’extralirica. Saltata l’ipotesi di un patto (sovrintendente gradito a Tommasi e le gestione di concerti pop, rock ed eventi vari assegnata a persona di fiducia di Gian Marco Mazzi), la partita dell’extralirica si riapre. E difficilmente il presidente Tommasi e il Comune la lasceranno a Mazzi and friends. L’ipotesi che già circolava nelle scorse settimane è che la gestione dei concerti e degli eventi non lirici (con nomi, date, costi) venga gestito da un organismo ristretto da creare a Palazzo Barbieri, in vista anche della probabile riduzione di date nel 2024 e 2025 per i preparativi olimpici del 2026. Gli incassi dovranno però andare ancora nelle casse di Fondazione Arena per sostenere il bilancio. Ma il giocattolo dell’extralirica a questo punto è facile che passi di mano. Sperando, alla luce di tutto questo, che la Fondazione Arena resti un ente ancora governabile e non si trasformi in un campo di battaglie politiche e scontri personali. Il risultato allora sarebbe l’ingovernabilità. (mb)
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