Arena, la furia di Tommasi. Dopo la modifica della società per l’extra lirica “Sono sconcertato, il Comune non è stato coinvolto nè avvisato’’, tuona il sindaco che è presidente della Fondazione lirica. Il nuovo Cda costituito a sua insaputa. “Ci saranno conseguenze’’. Palazzo Barbieri potrebbe non autorizzare i concerti pop e rock

Damiano Tommasi foto Martin

Arena extra lirica, la furia di Tommasi: “Colpo di mano. Sono sconcertato”, dice il sindaco/presidente, “il Comune non è stato avvisato. Un gesto sprezzante al quale risponderemo”

Un braccio di ferro senza precedenti, uno scontro tra istituzioni clamoroso quello che sta consumando in Fondazione Arena alla vigilia ormai dei concerti pop e della stagione lirica del Centenario. Da una parte la maggioranza del Consiglio di indirizzo con la sovrintendente in testa che pensano di gestire l’ente lirico senza il Comune che è proprietario dell’anfiteatro e ha nel sindaco Tommasi il presidente e legale rappresentante; dall’altra parte appunto Palazzo Barbieri che appare determinato a non cedere e a fare pressione su Fondazione e Gasdia per far cambiare linea o quanto meno tipo di gestione.
“Sono sconcertato, è stato un colpo di mano, ci saranno conseguenze”, ha tuonato il sindaco presidente Damiano Tommasi l’altra notte dopo il nuovo schiaffo ricevuto.
L’ultimo schiaffo al Comune infatti è stato il cambio di governance della società Arena di Verona srl che gestisce l’extra lirica: in base alla visura camerale anticipata ieri da La Cronaca di Verona, la sovrintendente Gasdia la settimana scorsa ha modificato l’assetto in qualità di presidente. E così al posto dell’amministratore delegato che era Gian Marco Mazzi oggi influente sottosegretario al ministero della Cultura, è stato creato un cda nel quale sono stati inseriti Flavio Piva, presidente delle Bcc di Verona e Vicenza, e il manager Gianfranco De Cesaris. Tutti e due con ruoli diversi avevano già dato una mano alla Fondazione Arena nel primo mandato di Gasdia: il primo era stato nominato dal ministro Franceschini nel Consiglio di indirizzo, il secondo era direttore generale. Saranno i due tecnici che dovranno sorvegliare i conti e gli atti di questa srl che si occupa di gestire i concerti pop e rock, il primo dei quali è previsto già il 25 aprile con Lazza.
Il Comune nulla sapeva, anche se c’erano state anticipazioni su questa ipotesi, della forzatura della sovrintendente che ha agito modificando la società extra lirica senza passare dal Consiglio di indirizzo e senza informare il presidente Tommasi. Il quale, appresa la notizia che il cambio di governance era ufficiale, ha diffuso a mezzanotte una dura presa di posizione.
“Sono sconcertato che si sia proceduto al rinnovo del Cda senza alcuna condivisione con il Consiglio di Indirizzo, né tanto meno con il sottoscritto, Presidente di Fondazione Arena che ne è l’unico socio”, afferma Tommasi.
“Un colpo di mano, un atto che considero di dubbia legittimità, in quanto per legge solo il presidente della Fondazione ha la legale rappresentanza della stessa”.
Solo che questo non è il primo “colpo di mano”: già era stata respinta al sindaco presidente la richiesta di fare una manifestazione di interesse per cercare un nuovo sovrintendente (clamorosa votazione 4 a 3 con spaccatura del Consiglio) e poi proprio sulla nomina di Gasdia, anche questa votata con 4 voti a favore e 3 contro. I colpi di mano cominciano a essere un po’ troppi…
“Si tratta di un comportamento incomprensibile”, aggiunge Tommasi, “tanto più nel momento in cui era in corso un dialogo con la Sovrintendente nell’interesse della città”.

Guerra sui concerti pop o dialogo? A Palazzo Barbieri c’è chi vuole la linea dura: la Giunta dica no agli eventi in Arena

“Ritengo che sia l’ennesimo segnale di un modo di operare sprezzante che non vuol tener conto della necessità di confrontarsi con l’Amministrazione eletta e di non voler condividere una linea culturale e di gestione dell’Anfiteatro, che invece riteniamo debba essere rivista. A tali condotte risponderemo tutelando il Comune e la città intera”.
Le prospettive sono preoccupanti: “Purtroppo quanto accaduto complica sempre più la possibilità di collaborare”, dice infatti Tommasi. “E’ evidente che così facendo tutte le persone coinvolte si stanno assumendo ogni responsabilità non solo per quanto riguarda questa specifica vicenda ma anche per quanto accadrà nei prossimi mesi”.
Ora come reagisce Palazzo Barbieri di fronte a quella che viene considerata una guerra? Sono almeno due le linee di pensiero. Quella più bellicosa prevede che la Giunta non autorizzi gli eventi extra lirica, annullando i concerti per vari motivi.L’extra lirica non ottiene infatti automaticamente e gratuitamente la disponibilità dell’anfiteatro: ogni volta serve una richiesta.
Di conseguenza l’extra lirica potrebbe essere avocata a sè da Palazzo Barbieri e gestita in prima persona.
Una decisione dura per rispondere ala mancanza di rispetto nei confronti del Comune e del sindaco, che porterebbe per lungo tempo a una guerra guerreggiata sul terreno dei concerti pop e rock, che già sono in pericolo per la presenza ancora in Arena dei resti della Stella crollata e sotto sequestro.
Ricordiamo che solo in aprile sono già programmati tre eventi, con lazza e Sferaebbasta; maggio si aprirà invece con i concerti de Il Volo. Ma soprattutto vorrebbe dire grande incertezza per gli impresari degli artisti.
La seconda linea di condotta che viene suggerita al sindaco è più politica, e cioè che sia il caso a questo punto di aprire come Comune un tavolo politico sugli enti, cercando di dialogare con gli altri soci per trovare un punto di caduta: ci sono in ballo oltre a Fondazione Arena, anche aeroporto Catullo, Fiera, Consorzio Zai e via di questo passo.
Senza un accordo quadro, ma giocando singole battaglie, questo è il pensiero di una parte della maggioranza che sostiene il sindaco, il Comune è destinato a finire sempre in minoranza.
Resta comunque il vulnus di quanto accaduto in Fondazione Arena e sarà difficile trovare modo di ricucire, nonostante le diplomazie stiano cercando contatti e possibili aperture. In particolare a chiedere una ricucitura con gestione unitaria per il bene della Fondazione e della città che gode delle ricche ricadute della stagione lirica, sono i sindacati: Cgil, Cisl e Uil oltre a un appello unitario in questo senso, hanno chiesto una convocazione straordinaria del Consiglio comunale su questo tema. Ma non è stata ancora fissata la data.

Verona e Sinistra in Comune: Arena di Verona SRL, l’arroganza e la malafede

Commentano la notizia anche l’assessore Michele Bertucco e Jessica Cugini di Verona e Sinistra in Comune:
È più di un colpo di mano di dubbia legittimità la deposizione del nuovo organigramma di Arena di Verona srl da parte della sovrintendente Cecilia Gasdia, atto clandestino, avvenuto senza informare il sindaco e presidente di Fondazione Arena, Damiano Tommasi. È il perpetuarsi di una modalità arrogante di gestire la propria carica.
Il cambio di assetto della srl, avvenuto senza un confronto con chi rappresenta il governo della città e presiede la Fondazione, è l’ennesimo comportamento prepotente che non stupisce chi conosce il passato della sovrintendente Gasdia. Basti ricordare come ad esempio, nell’ultimo bando per la selezione pubblica degli artisti del coro avesse fatto scrivere che la posizione in graduatoria delle lavoratrici e dei lavoratori non rappresentava “in nessun caso vincolo per la Fondazione”, e che questa aveva “la facoltà di attingere secondo l’ordine che riteneva più opportuno”. Decisione assunta in barba a un contratto nazionale del lavoro per personale dipendente dalle fondazioni liriche sinfoniche, come quella che lei dovrebbe gestire secondo i sensi della legge.
Tra l’altro Arena di Verona srl ad oggi non ha ottenuto dalla giunta comunale nessuna autorizzazione per l’utilizzo dell’anfiteatro Arena per gli spettacoli di extralirica che sono già programmati e con i biglietti in vendita.

Alla luce degli ultimi avvenimenti, che confermano un modus operandi Gasdia, crediamo sia necessario, come richiesto dalle sigle sindacali di categoria ancora lo scorso sabato, un Consiglio comunale straordinario, dove sia possibile ascoltare le preoccupazioni più volte espresse (e in quest’ultimo tempo amplificate) dalle lavoratrici e dei lavoratori da tempo vessati da una mala gestione della Fondazione.

Così come riteniamo indispensabile, alla luce dell’inchiesta aperta dalla Direzione investigativa antimafia che indaga sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste e le sovrafatturazioni milionarie emesse per anni a danno della Fondazione Arena, che Cecilia Gasdia venga a riferire se, oltre a ritenersi parte offesa, ha avviato una necessaria indagine che faccia chiarezza su quanto è avvenuto e sul mancato controllo dei conti che sarebbero stati gonfiati, per servizi non ricevuti, dai 150mila ai 200mila euro in più al mese per un totale di circa 9 milioni.
Crediamo infine che sarà dovere del Comune di Verona, una volta chiuse le indagini, costituirsi parte civile in una vicenda che ha leso non solo l’immagine della città e della Fondazione, ma soprattutto ha sottratto denaro pubblico a lavoratrici e lavoratori che tanto hanno sacrificato dei loro compensi in questi anni per venire incontro alle stagioni dell’ente.

Quel che si è capito da questo ultimo ignobile atto di una spregevole commedia, che niente ha a che vedere con il bene della città, è che ci sono due modi di intendere la mano tesa. Quello che è andato in scena ancora una volta, è ben lontano dall’accordo cercato dal sindaco. La mano tesa è quella della arroganza, sprezzante delle regole, che conosciamo e riconosciamo da tempo immemore.

 

PD: Extralirica, ennesima forzatura. Il centrodestra vuole fermare la città

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona Fabio Segattini, capogruppo Alessia Rotta e Alberto Falezza, consiglieri comunali:
Anche sulla partita dell’extralirica il centrodestra ha mostrato di saper parlare un linguaggio soltanto: quello dell’arraffare poltrone per cercare di tornare con ogni mezzo ad occupare i posti di potere che il voto dei cittadini alle scorse elezioni amministrative gli avevano negato.
Mentre da una parte si faceva l’ennesimo tentativo di intavolare una difficile trattativa per dare alla città le competenze degli uomini e delle donne migliori, dall’altra parte si è mentito e si è manovrato nottetempo per prendere l’intero bottino, finendo col posizionare a capo di un settore di attività importante come quello dell’extralirica la segretaria particolare del sottosegretario alla Cultura.
Al di là di tutti i possibili profili di illegittimità della manovra, che saranno esaminati a fondo, questo non è un sfregio che il centrodestra ha fatto al centrosinistra, perché la Fondazione Arena non è campo di lotta politica. Lo sfregio è ai danni della città, che a partire dal suo monumento simbolo, l’Arena, viene fatta terra di scorribande politiche e affaristiche. Non hanno mentito a noi, hanno mentito alla città.
Di forzatura in forzatura, dovrà essere valutata la posizione di Arena di Verona Srl che ora si trova a vendere biglietti di spettacoli appartenenti ad un cartellone di concerti realizzato senza rispettare la convenzione con il Comune di Verona in quanto la giunta comunale non lo ha mai autorizzato. Dovrà essere inoltre chiarito se Gasdia poteva fare quello che ha fatto tenendo all’oscuro delle sue intenzioni il socio unico Fondazione Arena di Verona. Andrà infine accertato se fosse nei suoi pieni poteri. L’esatto contrario di ciò di cui Verona avrebbe bisogno oggi: una gestione trasparente e competente che possa metterla nelle condizioni di rilanciare la sua proposta culturale dopo i disastri delle passate gestioni.