Architettura paleocristiana a Veronetta Mezzo milione di euro dell’Unione Europea per lavori di messa in sicurezza sismica

La Giunta comunale ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica dei lavori di messa in sicurezza sismica del Sacello rupestre dei SS. Nazaro e Celso. L’intervento è finanziato con fondi dell’Unione Europea NextGenerationEU nell’ambito del PNRR per un importo complessivo di 500.000 euro, di cui 301.000 euro per lavori e 199.000 euro per indagini e spese tecniche e amministrative.
Il sito, collocato a breve distanza dalla chiesa dei Santi Nazaro e Celso, si trova ai piedi del Monte Castiglione, l’altura in roccia tufacea che delimita l’area urbana.
Secondo le fasi previste dal cronoprogramma degli interventi, completato il progetto esecutivo ed effettuata la gara per affidamento, i lavori dovranno iniziare non oltre il 1° dicembre 2024 ed essere ultimati entro la fine di ottobre 2025. La milestone dell’intervento, con approvazione degli atti di collaudo statico e tecnico amministrativo, è previsto entro il mese di dicembre 2025.
“Si tratta di un ulteriore importante tassello che arricchisce il ricco patrimonio storico-culturale della Città – precisa la vicesindaca e assessora ai Beni Culturali, Barbara Bissoli –; un intervento all’insegna della rigenerazione urbana e sociale del quartiere di Veronetta, al centro delle attenzioni e della cura di questa Amministrazione, che consentirà di allargare l’offerta di esperienze e percorsi, anche turistici, inediti ed esclusivi”.
Oggi, il sacello solo eccezionalmente è aperto al pubblico perché attualmente inglobato all’interno dell’Istituto professionale “Giorgi” ma, una volta messo in sicurezza e visitabile, l’intendimento dell’Amministrazione è di renderlo accessibile alla cittadinanza e ai turisti anche attraverso la creazione di un percorso pubblico di accesso (ad esempio dalla vicina Scala XVI Ottobre, che conduce all’Alto San Nazaro), che riecheggi l’antico percorso che serviva i fedeli in arrivo dal monte soprastante. Tale percorso andrebbe a valorizzare anche le altre grotte e cavità rupestri circostanti.
Si ritiene che il monumento, unica testimonianza veneta di architettura sacra rupestre paleocristiana, risalga al VI-VII sec. d.C.
Grazie al disegno dei pannelli musivi (immagini in allegato) si ricostruisce la presenza di un altare al centro della parete di fondo del presbiterio. I due cicli di affreschi del X e XII sec. furono “strappati” nel 1963-1964 e sono attualmente conservati nel Museo degli affreschi G.B. Cavalcasel