Architetto, che Botta! Il celebre maestro ospite dell’Ordine L’archistar che ha curato il recupero degli ex Magazzini Generali ha confessato un rimpianto: “Non aver fatto il roseto per me è stata una pugnalata tremenda”. E rivela: “Gli obiettivi erano più alti”. Una carriera all’insegna di opere in tutto il mondo

C’è l’archistar, che Botta! “Verona sud deve crescere”

A 80 anni appena compiuti, ha ripercorso i suoi principali progetti ma ha anche parlato della città e di ciò che è rimasto incompiuto

Da Carlo Scarpa che fumava sigarette che si trovavano solo in Svizzera e lui gliele portava da Mendrisio, al risultato della riqualificazione degli ex Magazzini generali, bella ma non ancora bellissima perché Verona sud dovrà crescere nel tempo. E con il grande rimpianto che il roseto previsto sull’affaccio di viale delle Nazioni è stato sostituito con alberelli dopo vari confronti con amministrazioni comunali e costruttori. Costi di gestione dell’impianto? Costi di manutenzione? Fatto sta che sarà per un’altra volta.
Così Mario Botta è andato a ruota libera questa mattina nella sala conferenze dell’Ordine degli Architetti dove il presidente Matteo Faustini ha invitato la celebre archistar per una sorta di lectio magistralis in occasione dei 100 anni della nascita dell’Ordine e anche degli 80 anni compiuti dal maestro.
Un incontro intenso, appassionato, molto partecipato, moderato da Alberto Vignolo, nel quale Botta ha ripercorso molte tappe della sua carriera.
Innanzi tutto ha illustrato alcuni celebri progetti come la ristrutturazione del Teatro alla Scala, il quartiere ex Appiani a Treviso, progetti realizzati a Pechino, a Shangai o in fase di costruzione come a Leopoli in Ucraina e via di questo passo fino all’osservatorio spaziale inaugurato vicino a Berna, al Fiore di pietra sul Monte Generoso sopra Lugano o la copertura della galleria commerciale in un grande shopping center di Mendrisio realizzata con gli alberi abbattuti da Vaia.
Con una premessa generale che rappresenta uno dei fondamenti dell’attività di Mario Botta che ricordiamo è stato l’architetto chiamato da Fondazione Cariverona per il recupero delle ex celle frigorifere, la famosa Rotonda che oggi è occupata da Eataly (e dove deve essere ancora completata la parte museale, a chi compete?). La premessa è che “l’architettura ha un fine etico piuttosto che estetico perché deve migliorare la qualità della vita delle persone”. E per questo, è stato l’insegnamento ai tanti giovani professionisti presenti, “l’architetto deve pensare cosa è il mondo di oggi, la sua complessità e dove siamo”. E nei giovani architetti, “confido perché si riesca a resistere all’appiattimento verso il basso, ormai tutto si assomiglia”.

“Ma il progetto aveva obiettivi più alti. Il no al roseto, pugnalata tremenda”

Mario Botta parlando del recupero degli ex Magazzini generali ha svelato inediti particolari. Per contenere i costi sono state modificate alcune proposte originali. “Migliorerà con il tempo”

E rivitalizzare e reinventare Verona sud dal punto di vista urbanistico, coniugando la vocazione industriale con quella commerciale e funzionale “è una sfida epocale per la città”, ha detto Botta, che parlando del recupero degli ex Magazzini generali e della Rotonda, ha ricordato che “la città non era pronta ad affrontare una pianificazione urbanistica di questo impegno e forse neanche una pianificazione economica, per trovare una vocazione per tutti questi volumi. C’è stato un turn over di sindaci e amministrazioni comunali e l’architettura è anche l’arte del possibile, quindi io credo di aver lavorato nell’intento della città per fare quello che era possibile. Il progetto aveva delle ambizioni che andavano al di là di quello che è stato realizzato. Io ho dato tutto il possibile, ma forse i nostri obiettivi e quelli della città erano ancora più alti”.
E qui Botta confessa un rimpianto: “Il fatto che non si sia realizzato il roseto previsto per me è una pugnalata tremenda che ho dovuto subire. Il roseto era il gioiello che caratterizzava tutto, se mi levate il profumo delle rose è un’altra cosa. Io avevo fatto di tutto per far passare il roseto, proponendo anche degli scambi col Comune, poi invece alla fine non si è fatto. Per me è una lacuna grave nel progetto”.
E aggiunge: “Continuo a pensare che in questo grande scambio gli ex Magazzini generali potevano avere qualcosa in più. Si migliorerà solo col tempo, quest’area sarà ancora migliore fra vent’anni, quando crescerà il verde, si consolideranno i rapporti spaziali, cambieranno le destinazioni d’uso attorno”.
Insomma, si può ancora crescere a Verona sud, è il messaggio di Botta e sarà una crescita che si accompagnerà con la ripresa (imminente) dei lavori di ristrutturazione dell’ex Manifattura Tabacchi e con la riqualificazione dello Scalo Merci.
Replica Salvatore Sesto rappresentante della società di costruzioni che ha seguito i lavori degli ex Magazzini, intervenuto in sala: “E’ vero quello che dice l’architetto Botta, ma è vero anche che ci siamo resi conto, nella realizzazione e gestione di questo compendio, che questo luogo era molto avanti rispetto alla ricezione sociale della città e siamo molto contenti che ci siano investimenti immobiliari attorno adesso. Tutto questo insieme darà a questo luogo quella forza che per adesso non ha. Noi facciamo i conti con i numeri e non solo con le emozioni. Se con i numeri riusciamo a dare emozioni siamo bravissimi, forse per ora siamo stati solo bravi”.
Da quanto ricostruito, il progetto Botta era stato rivisto con il fondo immobiliare Patrizia, braccio operativo di Fondazione Cariverona, per il contenimento dei costi, per cui tra le altre cose venne cambiato il materiale del tetto, così come della pavimentazione e venne eliminato il roseto sostituito da alberelli.
mb