Domani a Roma il TAR del Lazio deciderà in merito alla legittimità delle tre autorizzazioni che prevedevano l’utilizzo di migliaia di cani beagle per sperimentazioni estremamente invasive da parte della multinazionale veronese di ricerca farmaceutica Aptuit. Autorizzazioni che LAV aveva impugnato e che fino ad oggi sono state sospese.
Fra un mese esatto, l’11 aprile, Il Tribunale Penale di Verona, tramite un’udienza predibattimentale, deciderà sull’inizio di un processo a carico dei due dipendenti indagati per maltrattamento e uccisione non necessitata di animali nel laboratorio di Aptuit, a tre anni di distanza dall’inizio dell’indagine.
Queste due date sono cruciali per la battaglia legale di LAV contro le illegittimità della sperimentazione animale: dopo anni di mobilitazione, azioni legali e istituzionali, siamo riusciti a far luce su una realtà finora impenetrabile.
Era il 2021 quando la sede LAV di Verona segnalò ai Carabinieri Forestali e al Comune della città veronese il transito di numerosi cani beagle, destinati ai laboratori Aptuit. LAV decise quindi di occuparsi del caso, effettuando un accesso agli atti e cercando di conoscere i numeri degli animali utilizzati nello stabulario e le autorizzazioni correlate. Inoltre, presentò una denuncia ai Carabinieri Forestali e alla Procura per chiedere rigorosi controlli nella struttura.
Alla fine dello stesso anno, su denuncia LAV, la Procura di Verona dispose l’ispezione dei laboratori da cui emersero gravissime irregolarità. Queste portarono, nel 2022, al più grande sequestro di animali dai laboratori: 51 tra cani beagle, macachi e scimmie marmoset, di cui 25 furono affidati alla LAV. Questi animali, per la prima volta dalla loro nascita, grazie a LAV hanno potuto vedere la luce del sole, camminare sull’erba e vivere una vita degna di essere vissuta, protetti e rispettati.
L’anno successivo a questa importante risultato, la Procura di Verona chiuse le indagini e iscrisse nel registro degli indagati l’ex direttore e il veterinario dell’azienda con accuse gravissime: maltrattamento e uccisione non necessitata di animali.
“Non ci siamo fermati e abbiamo proseguito con la nostra attività legale, visto quanto rilevato dalla Procura; abbiamo quindi depositato tre nuovi ricorsi al Tar, questa volta in sede cautelare, per sospendere i progetti e il 26 giugno 2024 abbiamo ottenuto una vittoria storica: il TAR del Lazio ha sospeso per sei mesi tre autorizzazioni che prevedano l’utilizzo di migliaia di cani beagle in sperimentazioni molto invasive”, dichiara Valeria Albanese, responsabile area ricerca senza animali di LAV.
A questa sospensione ha fatto seguito un ricorso da parte dell’azienda al Consiglio di Stato su uno dei tre progetti. Quest’ultimo ha concesso la ripresa temporanea delle sperimentazioni, ma al contempo ha disposto nuove ispezioni, condotte dal CUFA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari).
Le ispezioni, svolte nel 2024, hanno portato alla luce “gravi e plurime violazioni della normativa di settore” per cui il Consiglio di Stato ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura di Verona e al Capo Dipartimento One Health del Ministero della Salute, per le proprie e rispettive valutazioni di competenza.