Un immobile confiscato alle mafie diventa luogo di rinascita per i cosiddetti debitori esecutati: persone e famiglie, cioè, che hanno perso tutto dopo aver subito un’ordinanza di sfratto o il pignoramento della casa. Per loro la seconda occasione comincerà da Piazza dei Caduti, 26 a Santa Lucia. Qui, infatti, sorge l’appartamento che il Comune di Verona ha di recente ricevuto dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati (Anbsc) e che, a seguito di regolare bando, ha rimesso a disposizione della collettività per finalità sociali (come previsto dal codice antimafia) assegnandolo in comodato d’uso gratuito alla Fondazione Fevoss Santa Toscana, impresa sociale nata nell’alveo dell’omonima associazione di volontariato, con la sua storia ultratrentennale nell’assistenza alla persona. Ed è stata proprio questa a convincere l’assessorato al Patrimonio del Comune e l’intera Giunta comunale a fronte di cinque soggetti partecipanti al bando, insieme alla bontà del progetto che la Fondazione ha messo in piedi con l’associazione Av.Es., (Avvocati Veronesi per le Esecuzioni).
A illustrare l’iniziativa il presidente di Fondazione Fevoss Santa Toscana Alfredo Dal Corso. Con lui c’erano il sindaco Federico Sboarina, l’assessore Edi Maria Neri, il vicepresidente della Fondazione Fevoss Michele Romano e il presidente Av.Es. Francesco Ferrarese con Stefano Rossi.
L’immobile, che apparteneva a un veronese di 64 anni condannato nel 2017 a sei anni e mezzo per usura e tentata estorsione e con precedenti per reati analoghi, può ospitare fino a due piccoli nuclei familiari e sarà dunque offerto come alloggio temporaneo, nell’attesa che le persone possano trovare una sistemazione definitiva. Ma prima necessita urgentemente di alcuni interventi di ristrutturazione e adeguamento per renderlo più accogliente e dignitoso.
«Un rivenditore si è già fatto avanti per offrire nuovi sanitari, una piccola azienda edile farà la sua parte per eseguire i lavori. Rimarrebbero gli infissi da sostituire, un boiler elettrico per il bagno, i rivestimenti della zona cottura, le pareti da tinteggiare, i mobili per allestirlo», conclude Dal Corso che, forte del Bazar solidale realizzato dalla Fondazione lo scorso ottobre in via Marconi, ha testato in prima persona la generosità dei veronesi