Appalti Anas l’inchiesta corre veloce. Blitz della Guardia di Finanza anche a Verona Una presunta tangente da quasi 840 mila euro per i lavori di manutenzione della rete stradale. Perquisizioni nella sede di A4 Holding. Nel registro degli indagati anche il manager veronese Alberto Brentegani: “Non ho nulla da dire”

Ha toccato anche Verona l’inchiesta dei pm di Milano Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri che stanno cercando di fare luce su quattro vicende per le quali gli investigatori della Guardia di Finanza hanno eseguito una serie di perquisizioni negli uffici di Roma, Torino e Milano di Anas e sono stati anche nella sede di A4 Holding a Verona sud per raccogliere documenti. Nel mirino ex dirigenti Anas e anche del Mit che dopo essere usciti degli incarichi aziendali hanno continuato l’attività in privato, passando “all’imprenditoria privata” continuando a “operare nel settore dell’edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società a loro riconducibili”. Tra i nove indagati anche un imputato per il ponte Morandi: l’ex dirigente del Mit Giovanni Proietti.Oltre a lui ci sono tre fratelli: Luigi, Marco e Stefano Liani. i primi due imprenditori e il terzo responsabile di Anas spa – Struttura territoriale Toscana. Indagato anche Eutimio Mucilli, responsabile che avrebbe ‘intascato’ dal Consorzio Sis (quello per capirci che ha costruito la Pedemontana Veneta) una tangente per alcuni lavori sulla Variante Tremezzina, secondo le accuse dei magistrati. Tre le società coinvolte: Lavori e Costruzioni srl riconducibile a Luigi Liani, Nuove Iniziative spa e Consorzio stabile 3 Emme (riconducibile alla famiglia Liani, da quanto emerge negli atti della procura). Per gli appalti sarebbero state pagate tangenti per oltre 840 mila euro per garantirsi, dicono gli inquirenti, “fedeltà e la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici”, Liani e Mucilli in particolare. Insomma, appalti pilotati in cambio di mazzette sia in Lombardia che nel Nordest. Nel registro degli indagati anche il manager veronese Alberto Brentegani, 62 anni, una vita della società autostradale Serenissima, direttore generale e tecnico per molti anni e ora nel consiglio di amministrazione. E a Brentegani, perquisito in ufficio e a casa si imputa di aver favorito proprio Proietti. Come ricostruiscono i magistrati, Brentegani in qualità di vertice della stazione appaltante avrebbe nominato Giovanni Proietti quale direttore dei lavori di due lotti dell’autostrada A4 Brescia-Soave per la riqualificazione delle barriere di sicurezza sul tratto Verona-Soave. Appalto aggiudicato al Consorzio Stabile 3emme riconducibile appunto alla famiglia Liani. Proietti avrebbe poi “dirottato”, in maniera ancora da approfondire, i benefici sul figlio 27enne Nicholas (anche lui indagato) di 27 anni, ossia “un appartamento e di un’automobile pagati dalla società Nuove Iniziative spa, anch’essa appartenente al gruppo Liani”. Secondo i magistrati, anche se A4 Holding è una società privata, “Brentegani” è “da considerarsi alla stregua di pubblico ufficiale” e potrebbe in qualità di vertice della stazione appaltante, “aver beneficiato di utilità di diversa natura garantitegli da Giovanni Proietti” scrivono ancora i magistrati. Brentegani è un nome noto in città non solo per la carriera in Serenissima con ruoli di primo piano nella gestione della Brescia-Padova, ma anche per i suoi trascorsi nella Dc veronese: da giovane fu collaboratore dell’ex ministro Dc Gianni Fontana, che ricoprì l’incarico di ministro dell’agricoltura e delle foreste negli anni Novanta. Interpellato dalla Cronaca di Verona, Brentegani ha risposto con grande riservatezza: “Non ho nulla da dire”. Tutti da scoprire gli sviluppi di questa vicenda, che coinvolgono società pubbliche ma anche private. MB