«Possiamo dire che Verona-Parma è proprio la mia partita». Esordisce così Gigi Apolloni, uno dei tanti doppi ex della sfida del ‘Bentegodi’ di questa sera. Il difensore originario di Frascati, comune situato nell’area dei Castelli Romani, alle porte della Capitale, può vantare oltre 300 presenze in dodici stagioni con la maglia del club ducale, e una cinquantina nelle ultime due stagioni da professionista trascorse in gialloblù, entrambe coincise con due salvezze. «Come vedo la partita di questa sera? Il Parma quest’anno ha sempre fatto vedere un buon gioco, purtroppo non spesso supportato adeguatamente dai risultati, specialmente negli scontri diretti. E questo ha finito per penalizzare Fabio Pecchia che ha pagato con l’esonero. Ora c’è Chivu, un allenatore abituato a lavorare bene con i giovani, vista la sua positiva esperienza con la Primavera dell’Inter. Qualcosa s’è visto. L’importante ora, è lasciare da parte l’estetica per essere più cinici e maggiormente orientati al risultato, che è l’unica cosa che conta. Lecce ed Empoli, per fare un confronto, mi sembrano in questo momento in maggior difficoltà. Tuttavia, per salvarsi meglio fare conto sulle proprie risorse che sperare nelle disgrazie altrui ». Positivo è anche il suo pensiero sul Verona di Paolo Zanetti: «Zanetti è un bravo allenatore, molto preparato. Ho avuto anche occasione di conoscerlo come giocatore quando è stato alla Reggiana. La squadra gialloblù ha avuto quest’anno un andamento un po’ altalenante ma la vittoria di Udine l’ha rilanciata in chiave salvezza. Se domenica dovesse vincere probabilmente compirebbe un passo quasi decisivo per garantirsi la permanenza in Serie A. Sarà una gara tosta dove un risultato positivo avrà valore per entrambe le squadre». PARMA E VERONA Apolloni riavvolge il nastro dei ricordi: «Impossibile dimenticare l’esperienza da calciatore con il Parma, al quale sarò sempre grato. Sono state dodici stagioni ricche di soddisfazioni. Oltre alla promozione in A ho conquistato anche Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Coppa delle Coppe. Senza dimenticare la Nazionale con la quale ho partecipato al Mondiale del 1994 e all’Europeo del 1996. Sono talmente legato a questa città che ora ci vivo». Anche le due stagioni a Verona hanno lasciato ottimi ricordi: «Verona rappresenta uno straordinario capitolo della mia carriera. Ho ricordi di una città bellissima e di una tifoseria straordinaria. Il primo anno con Prandelli, quando sono arrivato a ottobre, la squadra si trovava in difficoltà ma poi seppe risalire e nel girone di ritorno con l’arrivo di Morfeo cambiammo passo, arrivando a sfiorare l’Europa. L’anno dopo, invece, conquistammo con Perotti una sofferta salvezza nello spareggio con la Reggina». APOLLONI OGGI Il suo mondo da allenatore oggi si chiama Salsomaggiore: «Giochiamo in Eccellenza. Lavoro con una squadra di giovani ai quali cerco di trasmettere la mia passione per il calcio, rimasta quella di un tempo. E, soprattutto, mi diverto». Enrico Brigi