Un tavolo sul problema anziani a Verona e provincia, l’attivazione dell’osservatorio sulle case di riposo, l’avvio di economie di scala fra i diversi istituti per ridurre i costi di gestione. E un pacchetto di otto proposte concrete su cui cominciare a discutere con la politica e le istituzioni. Perché il problema della non autosufficienza in città e provincia, se ora è grave, da qui a qualche anno diventerà una vera e propria emergenza.
Questo il grido d’allarme lanciato dai sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil nel convegno “La non autosufficienza a Verona. Le proposte del sindacato”, che si è tenuto venerdì 24 maggio all’hotel San Marco. Relazione introduttiva, con numeri e proiezioni sul futuro prossimo, a cura di
Viviana Fraccaroli, segretaria generale Fnp Cisl Verona. Alla tavola rotonda hanno partecipato Manuela Tomasi, presidente della Conferenza dei presidenti delle Ipab Verona; Maria Mastella, Unione regionale Istituti per anziani del Veneto; Tomas Chiaramonte, segretario generale dell’Associazione diocesana opere assistenziali.
Introduzione di Gianluigi Meggiolaro, segretario generale Uilp Uil Verona e conclusioni di Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona.
Sottolineata, non senza polemiche, l’assenza di Comune di Verona e Ulss 9, pure invitati.
Numeri preoccupanti, si diceva, e proiezioni allarmanti sono emersi dalla relazione di Viviana Fraccaroli. Su una popolazione
di 925.656 persone in città e provincia, gli over 65 sono 211.880: il 22,9 per cento della popolazione, con una previsione di crescita al 2031 al 26,6%.
Fra gli over 65, la stima dei non autosufficienti arriva a oltre 60 mila persone, dei quali 21.400 residenti in città. Nei centri anziani dell’Ulss 9 ci sono 5.495 posti letto accreditati e 4.612 impegnative utilizzate (che consentono di ridurre il costo della retta). In lista d’attesa per accedervi ci sono ad oggi 1.700 anziani non autosufficienti: fino a tre anni fa erano 300. Oggi per entrare in casa di riposo occorre un punteggio della scheda Svama di minimo 80 punti; fino a qualche anno fa ne bastavano 60.
Nota dolente, anzi dolentissima per le famiglie, il costo della retta. Aumentato a partire da quest’anno a causa dell’incremento del prezzo dell’energia e dei generi alimentari.
Il costo totale medio nei centri servizi anziani di Verona è di 23.312 euro l’anno con l’impegnativa della Regione, 32.057 euro senza il contributo.
Considerato che la pensione media di un lavoratore del settore privato è stimata in 14.253 euro, si capisce quanto risulti gravosa la differenza a carico della famiglia. RL