Antimafia, sequestro da 300 mila euro A carico di un pregiudicato siciliano che esercitava l’attività di procacciatore d’affari

I Finanzieri del Comando Provinciale di Verona, nell’ambito di specifiche attività di contrasto alla criminalità, hanno proceduto al sequestro di rilevanti somme di denaro nei confronti di un pregiudicato residente in provincia. I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria guidati dal colonnello Vito Pulieri, in particolare, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di 329.463 euro – emesso dal Gip nei confronti di un 55enne siciliano, già condannato con sentenza irrevocabile a due anni e quattro mesi di reclusione per il reato di associazione mafiosa.
L’uomo è finito nel mirino della Guardia di Finanza poiché non aveva comunicato, come imposto dalla legge, le variazioni patrimoniali che lo avevano interessato nel decennio successivo alla condanna. Nel corso delle minuziose indagini finanziarie svolte, le Fiamme Gialle veronesi hanno rilevato, tra l’altro, che lo stesso – che da qualche anno esercitava l’attività di procacciatore d’affari – dal 2016 al 2020 aveva movimentato su propri conti correnti e su carte prepagate cospicue somme di denaro, senza fare le prescritte comunicazioni alla Guardia di Finanza.
L’attuale normativa (gli artt. 30 della legge 13 settembre 1982, n. 646 e 80 del Codice delle leggi antimafia) impone, infatti, alle persone condannate con sentenza definitiva per taluni reati di particolare gravità – tra cui rientra quello per il quale egli è stato condannato dal Tribunale di Catania con sentenza definitiva del 2012 – l’obbligo di comunicare al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del luogo di dimora abituale, per dieci anni ed entro trenta giorni dal fatto, tutte le variazioni nella entità e nella composizione del patrimonio, concernenti elementi di valore non inferiore a 10.329,14 euro.