I numeri del contagio, purtoppo, continuano a rimanere molto elevati. Nelle ultime ore 1.917 nuovi positivi (tasso di incidenza del 4,33%). Le persone attualmente positive sono 37.613. Ricoveri per Covid: 1.829 (+8 rispetto a ieri), di cui 1610 in area non critica (il dato è stabile) e 219 (+8) in terapia intensiva che si sommano ai 284 non Covid in terapia intensiva. Altrei 23 decessi. L’Italia è il quinto Paese al mondo per mortalità da Covid. L’Rt è all’1,25%: timido calo, ma il Veneto rimane in zona rossa. “Il tasso d’incidenza nella popolazione”, ha comunicato il goveratore Luca Zaia, “è di 245 ogni 100 mila abitanti”. Il tasso di saturazione delle terapie intensive è al 19%, contro uno sbarramento posto al 30%, e le aree mediche al 21% (40%). “Il campanello d’allarme”, ha osservato il governatore, “è dato dall’incidenza nella popolazione. Deve porci preoccupazione, perché dobbiamo evitare di contagiarci”. Sono arrivati gli anticorpi monoclonali, fattore importantissimo. In Veneto sono state consegnate 200 dosi sulle 4 mila a livello nazionale.
La questione, durante la consueta conferenza stampa, è stata affrontata da Evelina Tacconelli, direttrice malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Verona: “Il medico che individua il paziente deve sottoporlo a un tampone molecolare, o un rapido di terza generazione, poi ci contatta, 24 ore su 24, attraverso la scheda on line; noi chiamiamo il paziente e facciamo rapidamente la terapie. I primi due pazienti ai quali abbiamo fatto le infusioni erano quasi emozionati. La somministrazione dura un’ora, teniamo il paziente in osservazione una ulteriore ora e poi va a casa. L’accordo con il medico, e questo verrà esteso in tutto il Veneto, è che nelle successive 4 settimane il paziente viene monitorato, in contatto con noi, dopodichè la cartella viene chiusa, e si comunica ad Aifa che tutto è andato bene. I primi pazienti sono stati, martedì scorso, due uomini di 55 e 65 anni da poco positivi al Covid-19. E’ importante identificare i pazienti presto: quelli che ne hanno diritto sono pazienti, cioè persone positive al Covid, con più di 12 anni, con almeno un sintomo e almeno un fattore di rischio. La sperimentazione che faremo riguarderà invece anche i pazienti senza situazione di rischio. Se le persone dimostreranno attenzione”, ha proseguito la dottoressa Tacconelli, “se continua il distanziamento e si procede con la campagna vaccinale, per l’estate dovremmo aver chiuso la partita-Covid. Ma già oggi la situazione è ben diversa da quella del dicembre scorso che era veramente tremenda, è stato il mese peggiore della mia vita e non credo solo della mia, neanche paragonabile a quella del marzo 2020. Oggi le case di riposo sono state messe in sicurezza, questo è il più grande risultato. Ad ottobre potremmo avere ancora dei piccoli cluster e dei pazienti ricoverati in malattia infettiva ma non certo la situazione di oggi”. Capitolo cure. “Su 100 pazienti sintomatici se ne ricoverano tra il 5 e il 7%”, ha sottolineato la direttrice di Malattie infettive dell’Ulss 9. “Nei pazienti con più di 80 anni la percentuale sale al 25%. Non c’è un solo farmaco o un’unica terapia da fare a casa: tra questi l’ossigenoterapia, l’eparina, e diversi altri”. Zaia ha poi affrontato nuovamente la questione ristori: “Nel decreto con 32 miliardi di plafond c’è una parte importante che riguarda il turismo da montagna da negoziare con le Regioni. Per la salute si è parlato di 1 miliardo per gli enti locali e di 1 miliardo per le Regioni per le spese sostenute prima dell’8 aprile 2020. Questi 32 miliardi valgono più della sommatoria di tutti i provvedimenti presi finora. Il ministro Daniele Franco ha garantito che entro una settimana-massimno dieci giorni partiranno i primi pagamenti, per concludersi in due mesi. Spariscono i codici Ateco”.