La presidente dell’Istituto Assistenza Anziani Anna Maria Leone è entrata a far parte del Consiglio di amministrazione dell’Uripa (Unione Regionale Istituzioni Assistenza Anziani), per rappresentare i centri di servizio della provincia scaligera. Roberto Volpe è stato riconfermato alla presidenza dell’ente, mentre la vice presidente è Sandra Passadore.
“È la prima volta che l’Istituto entra a far parte dell’Uripa”, fa notare Leone. “Si tratta di una grande realtà associativa che accoglie oltre 30 mila ospiti e assomma oltre 20 mila dipendenti in tutto il Veneto. Mi impegnerò al massimo per dare il mio contributo all’associazione, visto che dovrà far fronte ad anni difficili, forse i più duri da quando è nata. La penuria di fondi economici e lo stallo decisionale richiedono infatti sempre più presenza sul campo e un duro lavoro”.
In questo senso sono significativi i punti prioritari del nuovo Cda nella sua azione politica di rappresentanza nei confronti delle istituzioni, a partire dalla nuova legge di riforma delle IPAB (le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) che a breve sarà all’esame della quinta commissione del consiglio regionale del Veneto.
L’associazione regionale punta alla valorizzazione dei Centri Servizio nelle politiche di welfare locale, non solo per quanto riguarda i tradizionali servizi residenziali e semiresidenziali a favore delle persone anziane non autosufficienti, ma anche per i servizi domiciliari, i servizi di de-ospedalizzazione e di cure primarie. Vengono inoltre reclamate la giusta programmazione delle risorse finanziarie regionali, oggetto di pesanti tagli negli ultimi anni, e un’attenzione alla programmazione delle attività formative in ambito territoriale, finalizzate al superamento della crisi degli operatori socio sanitari.
L’Uripa punta inoltre alla rivisitazione degli standard regionali minimi che ritiene datati nel tempo, visto che risalgono al 1994, e quindi non più in linea con le reali necessità degli ospiti anziani di oggi.
Conclude Leone: “Chiediamo il recupero di quattro anni di paralisi nelle politiche socio sanitarie a favore delle persone anziane, una più equa fiscalità nazionale e regionale e, non ultimo in termini di importanza, la difesa e il rilancio del ruolo del sistema socio sanitario regionale”.