Studio, tenacia, solidarietà, successo. Dopo la laurea in Economia e commercio, conseguita nel 2009 con 110 e lode, Anna Fiscale ha partecipato a un progetto umanitario che offriva supporto alle donne in difficoltà in India. Ne ha fatto tesoro. Al suo ritorno ha fondato Quid, progetto di moda sostenibile che raccoglie e riutilizza scarti tessili di lavorazione per produrre nuovi capi. “Quid, in latino, significa qualcosa in più”, spiega Anna, “lavoriamo sulle rimanenze che le case di moda ci donano. In base a quello che ci viene consegnato, o comperando noi stessi il materiale a prezzi agevolati, pensiamo ai capi da realizzare e a come farlo”.
La cooperativa – con 10 negozi diretti nel Nord Italia, più di 70 negozi multibrand e l’e-commerce – ha sede a Verona e offre impiego stabile, opportunità di formazione e crescita lavorativa a persone in condizioni di svantaggio o fragilità. A oggi Quid conta tre laboratori, due dei quali nel carcere di Montorio (VR), 142 dipendenti e 16 nazionalità: si tratta in maggioranza di donne (85%), in particolare il management team è costituito al 90% da lavoratrici di età compresa tra i 25 ed i 40 anni, a dimostrazione dell’impegno dell’azienda anche nell’ambito dell’empowerment femminile e delle pari opportunità.
Gli sforzi della start up sono stati riconosciuti a livello internazionale da numerosi premi: European Social Innovation Competition (2014), European Civil Society Prize (2017), Lighthouse Activity, nella categoria “Women for Results” di Momentum for Change assegnato dalle Nazioni Unite (2017), e il più recente Responsible Disruption Award dei Green Carpet Fashion Awards (2020). L’impresa vanta anche la collaborazione di prestigiosi marchi, consolidando dal 2013 partnership con brand di moda e lifestyle – a partire da Calzedonia, supporter finanziaria dell’attività – come Ferragamo, Elena Mirò e altre aziende di cosmetica e design impegnate nella sostenibilità, tra cui Ikea, L’Oreal, Unilever e NaturaSì, coinvolgendo 24 aziende nel 2020 e creando linee dedicate di accessori etici attraverso progetti di co-design, a partire da eccedenze di produzione o tessuti studiati ad hoc.
Durante il periodo di pandemia il lavoro non è stato interrotto: la produzione di abiti è stata riconvertita in quella di mascherine di protezione riutilizzabili e lavabili. “Siamo molto soddisfatti di questo risultato”, commenta Anna, “ci siamo impegnati per trovare il tessuto migliore, svolgere i test necessari e adattare i campioni delle mascherine alle normative richieste”. La mascherina Co-ver ha infatti ricevuto la certificazione dall’Istituto Superiore di Sanità. Questa lavorazione è stata affiancata a quella di altri prodotti già in produzione, quali sacchetti per la spesa riutilizzabili, pupazzi, lacci per capelli, astucci porta cosmetici ed accessori.
La consegna del premio si sarebbe dovuta tenere venerdì 11 dicembre, ma, data l’attuale situazione sanitaria, si è preferito rinviare.
Nell’Albo d’oro dei Laureati dell’anno, Anna Fiscale raggiunge altri otto imprenditori (Giuseppe Dal Cortivo, Alberto Bauli, Sandro Veronesi, Bruno Veronesi, Sergio Cielo, Ilaria Vescovi, Giovanni Podini e Andrea Dusi), cinque manager di imprese private (Giancarlo Battisti, Enrico Frizzera, Karl Heinz Salzuburger, Marisa Golo e Paolo Braguzzi), due manager di enti pubblici (Renzo Caramaschi e Federico Testa), due docenti universitari (Dario Olivieri e Nicola Pavoni) e a un rappresentante delle Istituzioni (Alberto Giorgetti).