Siamo alle prove generali di lockdown. Lo abbiamo scritto ieri prima che venisse emanato il famigerato dpcm, lo ripetiamo oggi che scorrendolo troviamo le stesse storture di primavera. Si impone la chiusura a mezzanotte a ristoranti e bar (per quest’ultimi vige l’obbligo dopo le 21 di servire solo i clienti seduti al tavolo) ma non si prevedono ristori economici per un settore che ancora stenta a riprendersi dalla prima batosta. Si vieta la partitella a calcio e a basket tra amici, ma se le squadre sono iscritte a una qualsiasi federazione dilettantistica (3-4 allenamenti alla settimana più la partita) allora possono giocare ché il rischio contagio si abbassa notevolmente, si capisce. Prima il governo fa circolare scientemente la possibilità di vietare i raduni casalinghi, poi per passare per buono rivolge una semplice “raccomandazione”, ma ormai il ministro della Salute, in diretta Rai, ha già invitato la popolazione a denunciare il vicino che ospita nel salotto più di cinque persone. E’ poi scattato il noto rimpallo di responsabilità tra governo e Regioni e gli uni incolperanno gli altri nel caso la situazione peggiorasse. Speriamo di sbagliarci, ovviamente, ma ci pare un film già visto di recente.