Il derby del Triveneto tra Verona e Udinese non è mai stata una partita come le altre, Chi conosce bene le dinamiche della sfida, avendola vissuta da ambo le parti, è Luigi De Agostini, infaticabile terzino dotato di un delizioso mancino, che in bianconero è cresciuto e in gialloblù ha fatto il grande salto. «L’Udinese rappresenta per me la squadra che mi ha aperto le porte del professionismo – racconta De Agostini – dalla squadra del mio paese, Trigesimo, mi sono trovato a giocare in serie B e conquistare la promozione in A. Senza dimenticare la vittoria della Mitropa Cup e dello scudetto con la squadra Primavera. Inoltre, ho giocato con Zico, il compagno di squadra più forte mai avuto. Di Udine conservo ricordi bellissimi». Dopo il Friuli, ecco il trasferimento in riva all’Adige, a raccogliere l’eredità di un certo Luciano Marangon. «Con l’Hellas ho vissuto un’esperienza indimenticabile, durata purtroppo un solo anno. Non sarei mai andato via ma la società decise di vendermi alla Juventus insieme a Tricella. Una cessione – ricorda – che fece scoppiare una mezza rivoluzione tra i tifosi. Con Bagnoli in panchina disputammo un gran campionato, arrivando quarti e conquistando la qualificazione in Coppa Uefa. Mi sarebbe piaciuto poterla disputare con la maglia gialloblù ma, come sapete, andò diversamente. Verona ha rappresentato il mio definitivo trampolino di lancio. Anche perché nelle cinque stagioni alla Juve sono arrivato, oltre a giocare in Europa, a vestire la maglia della Nazionale Olimpica con Zoff e quella della Nazionale Maggiore con Vicini, partecipando a Olimpiadi, Europei e Mondiali».
Domenica le due squadre saranno una di fronte all’altra. «Mi aspetto una partita spettacolare e combattuta, come lo sono i derby, sfide dove la rivalità è sempre molto sentita. Il Verona sta facendo molto bene mentre l’Udinese è tornata alla vittoria dopo diverse settimane. I gialloblù sono una squadra che gioca a viso aperto mentre i friulani, più accorti, preferiscono stare sotto la linea della palla».
L’ex terzino dalla corsa irrefrenabile spende due parole per Lasagna, che dopo gli anni a Udine, sta vivendo a Verona un periodo in chiaroscuro. «Rispetto a Udine, a Verona gioca meno. Come tutti i giocatori, per rendere al meglio ha bisogno di essere messo nel ruolo a lui più congeniale. In gialloblù è stato spesso impiegato come prima punta mentre lui è un contropiedista, ha bisogno di spazi e di essere lanciato in profondità».
Appese le scarpe al chiodo, Gigi è rimasto fedele al mondo dello sport. «Assieme a mia moglie e ai miei figli – conclude – abbiamo aperto la “De Agostini Academy”, un’associazione sportiva che oltre a una scuola calcio per bambini dai 5 agli 8 anni, comprende anche danza classica e moderna, pilates e altre discipline. Inoltre organizziamo incontri, riunioni, feste e il campo da calcetto alla sera è a disposizione degli adulti».
Enrico Brigi