Andiam per Trattorie: la visita alla Basilica e dopo l’Abazia Sabina Manzati la titolare: “Il Carnevale? Ginetto D’Agostino si rivolta nella tomba”

Lo chiamavano “il ciosso”, perché un po’ rude, in dialetto si direbbe “un po’ ruspio”. Ci racconta col suo tono pacato, del marito Paolo, che da qualche anno non può più esser fisicamente presente in osteria. E’ rimasta lei, Sabina Manzati, da 20 anni a gestire le sorti dell’Abazia, il loro locale con un plateatico che sfocia nella splendida piazza della basilica di San Zeno.
“Anche se in realtà mi sono un po’ stufata di questo tipo di vita, ed ho aperto un negozio di abbigliamento. In osteria ci sono meno, ma cambia poco, perché la responsabile son sempre mi”. Siamo stati ad assaggiare la loro pastissada che “ai tempi di Re Teodorico tradizione racconta sia nata proprio a San Zen”, immersi in questa atipica atmosfera carnevalesca.
Sabina, è contenta che abbiano “salvato” il carnevale?
Una volta c’era “battaglia” per la scelta del Papà del Gnoco, ogni bar aveva i suoi candidati protetti. Ora mi pare che questo spirito sia andato perso, e l’edizione di quest’anno in autunno con la sfilata di domani, fatico a capirla: Ginetto D’Agostino, lo storico presidente del carnevale, si rivolterebbe nella tomba.
Il vostro locale invece, ha mantenuto lo stesso spirito?
All’inizio eravamo solo bar, poi siamo riusciti a ricavare la cucina. Con mio marito ci dividevamo lagiornata, io al mattino tutta precisa e meticolosa, lui al pomeriggio fino a sera: con la sua personalità era capace di mandare direttamente i clienti a spinarsi la birra. Ora stiamo un po’ tornando agli inizi, con stuzzichini e qualche piatto.
Cosa propone la cucina?
Piatti tipici veronesi, cicchetti, le sarde, polpette, gnocchi, pasticcio dicarne o radicchio e la pastissada con la polenta.
La clientela nel tempo è cambiata?
Tantissimo, da quando hanno messo il divieto di fumo nei locali e introdotto i punti per la patente. Prima c’era la tradizione dell’aperitivo, in cui spazzini o tassisti facevano una pausa, ora per forza di cose non è più così.
Tanti turisti?
Si soprattutto turismo religioso per la basilica, anche se il covid ci ha veramente colpito sotto questoaspetto. Meno male che la prima domenica del mese c’è il “mercatone” dell’antiquariato, a risollevarci.

LA RICETTA DEL GIORNO: “La nostra pastissada de caval. Con polenta e un bel…rosso”

Ingredienti?
1/3 di cipolla, 1/3 di carne di cavallo e un 1/3 di vino.
Come viene preparata?
Cotta per tre giorni a fuoco lento, con varie spezie, un po’ cuoce e un po’ si lascia riposare, finché la
carne si sfilaccia. Servita poi con la polenta.
Vino?
Rosso, un Valpolicella, o un vino locale, sono i più indicati
Prezzi?
Primi sui10€, secondi 14, dolci 5 e non si paga il coperto.

EffeErre