Anche Propeller verso la sostenibilità Incontro con Ser.it per discutere sulla raccolta differenziata e sul tema del green

Propeller Clubs Port of Verona guidato da Chiara Tosi
Propeller Clubs Port of Verona guidato da Chiara Tosi

Sarà la trasformazione digitale a dare nuovo slancio alla raccolta differenziata dei rifiuti, conciliando la necessità di perseguire la logica della circular economy, con l’esigenza delle aziende di igiene ambientale di contenere gli elevati costi economici e industriali degli attuali sistemi di raccolta “porta a porta”.

E’ il messaggio chiaro uscito dal confronto promosso in occasione dell’ultimo incontro del Propeller Clubs Port of Verona guidato da Chiara Tosi, e dedicato alla tematica della gestione dei servizi di igiene e salvaguardia ambientale.

A focalizzare il tema è stata la dirigenza di Ser.i.t., l’azienda controllata da Agsm Aim, che – con i suoi 340 dipendenti ed un fatturato di 40 milioni – si occupa dei servizi di igiene urbana sul territorio di 58 comuni del Veronese.

Ospiti della serata Propeller, il direttore generale Maurizio Alfeo e Lorenza Davì, dello staff di direzione dell’azienda.

E proprio il direttore Alfeo ha voluto sintetizzare il suo intervento parlando di un “Ritorno al futuro nella raccolta differenziata sostenibile”: “Un sistema che negli ultimi anni ha permesso di ridurre sensibilmente i conferimenti in discarica, ma che ora necessita di un ripensamento delle modalità di effettuazione per essere in futuro realmente sostenibile. Oggi la percentuale di raccolta differenziata supera il 70 per cento, un dato estremamente positivo, ma dal 2015, anno della sua introduzione, ad oggi, il “porta a porta” ha determinato una serie di criticità con cui le aziende di igiene ambientale devono confrontarsi.

In Ser.i.t ad esempio abbiamo dovuto raddoppiare il numero degli operatori per coprire il servizio, con conseguente aumento dei costi.

Pensiamo poi che il sistema si regge in pratica sulla buona volontà del cittadino che decide se praticare o meno la differenziata in base al suo senso civico. Come dire che stiamo affidando al “volontariato” un business di 400 milioni – tanto vale a livello provinciale lo smaltimento dei rifiuti”.

C’è poi l’aspetto della ricaduta del “porta a porta” sui lavoratori addetti alla raccolta, un aspetto che è stato affrontato in uno studio specifico di Ser.i.t, illustrato da Lorenza Davì: “Questo metodo di raccolta, che prevede la discesa dell’operatore dall’automezzo ad ogni numero civico, il lancio dei sacchetti depositati dai cittadini nel mezzo compattatore, la risalita in cabina per poi spostarsi al punto successivo dove ripetere l’operazione, ha generato gravi patologie negli operatori addetti alla raccolta, incrementando in modo esponenziale le richieste di malattie professionali.

In Serit siamo arrivati ad avere il 30% degli addetti inidonei al servizio.

Una situazione insostenibile, essendo inaccettabile che esista un lavoro manuale dove è ormai conclamata la pericolosità per la salute del lavoratore, anche se questo ha avuto negli anni come contraltare positivo l’incremento della percentuale di raccolta differenziata con il conseguente beneficio ambientale”.

Ecco quindi il “ritorno al futuro” di cui parlava il direttore Alfeo: “La strada da percorrere sarà quella offerta dalla tecnologia, ovvero l’adozione di cassonetti smart.

Si tornerà dunque a riposizionare i cassonetti stradali ma, ma con una importante differenza: l’accesso al conferimento da parte dei cittadini avverrà in modo controllato.

Il cittadino potrà pagare solo quello che conferisce, e più differenzia meno paga, aggiungendo così una motivazione economica a quella civica.