Sabato scorso, 18 marzo, i tir hanno ingranato la marcia della mobilitazione. La protesta che si è svolta da nord a sud ha coinvolto diverse regioni. A Venezia ad esempio un camion con semi rimorchio addobbato con striscioni e caricato su una chiatta, ha percorso il canale della Giudecca fino al bacino di San Marco. Anche a Verona il mondo dell’autotrasporto si è mobilitato con la sigla UNATRAS che ha fatto convergere cinque tir dalla Zai fino a Palazzo Barbieri. Al sindaco Flavio Tosi, il presidente di Fai Verona Flavio Galzenati ed il segretario Alessio Sorio, hanno consegnato un documento con le ragioni della mobilitazione in rappresentanza di circa 350 soci e 2.500 addetti. E vediamo le ragioni del disagio e della protesta sui temi cruciali della categoria, che a detta di Paolo Uggè, presidente Fai Conftrasporto è gravata da troppi silenzi e latitanze: la necessità di identificare un riferimento politico nazionale che sia in grado di assicurare il coordinamento tra i vari ministeri coinvolti, la regolamentazione a livello nazionale ed europeo delle leggi che riguardano il fenomeno della concorrenza sleale e del dumping sociale, lo sblocco del rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, il pieno funzionamento delle motorizzazioni civili, la necessità di avere sanzioni effettive ed adeguate per il mancato rispetto dei tempi di pagamento dei servizi di trasporto, la attuazione degli incentivi per l’intermodalità ferroviaria e marittima ed in ultimo la determinazioni mensile dei costi indicativi di esercizio dei diversi servizi di autotrasporto. Questa dunque la mappa delle rivendicazioni che i rappresentanti di Fai Verona hanno illustrato al sindaco Tosi che ha assicurato incontrerà nei prossimi giorni i parlamentari veronesi per trasmettere le istanze di Fai Verona-Conftrasporto Verona.
A. S.