“Tutte le promesse fatte dalla maggioranza ai lavoratori Amia, tutti i documenti votati pressoché all’unanimità dal consiglio comunale per riportare Amia in house, a distanza di anni restano ancora lettera morta e costringono le organizzazioni sindacali a dare l’ultimatum al Sindaco: o si rispettano gli impegni presi e votati oppure sarà sciopero”, sottolinea una nota di Michele Bertucco, Verona e Sinistra in Comune.
“Una maggioranza sana, che non pensasse soltanto alla spartizione delle poltrone, non avrebbe permesso di arrivare a questo punto, avrebbe pensato per tempo al futuro dei quasi 900 dipendenti (275 Serit e 590 Amia) del gruppo Amia.
Invece ci troviamo alla vigilia del processo di fusione tra Agsm e Aim, che comprende anche Amia, con una situazione dei rifiuti al limite del collasso; l’amministrazione non ha nemmeno provveduto a scorporare le attività ambientali come la cura del verde pubblico. La stessa identica situazione di 3 anni fa. Sono questi i risultati che Sboarina vuole portare in dote alla fine del suo mandato?”
Sull’argomento interviene anche Federico Benini, consigliere Pd. “Giunti a questo punto, le mozioni della maggioranza non servono più a niente, sono solo fumo negli occhi per lavoratori e sindacati che fanno una richiesta precisa: che Amia vada in house, scelta per cui il consiglio comunale, su proposta della stessa maggioranza, aveva del resto votato già diversi mesi fa.
E per rispondere a questa richiesta c’è una sola cosa da fare: una manovra da una trentina di milioni di euro necessaria per scorporare l’azienda dal gruppo Agsm. Maschio e Bianchini la smettano di traccheggiare. Veramente pensano di risolvere questo pasticcio creato da loro e dalla loro maggioranza, o cercano soltanto l’ennesima dilazione?
Alla già caotica situazione rischia ora di aggiungersi l’agitazione ipotizzata dai sindacati, ennesima dimostrazione delle mancate risposte di questa amministrazione”.