di Maurizio Battista
Verona è la peggior città del Veneto per ecosistema urbano. Lo dice l’ultima classifica preparata da Legambiente sui 106 capoluoghi di provincia che vede Verona in 78ma posizione, nella parte bassa della graduatoria. Confronti con l’anno scorso sono difficili perchè alcuni parametri sono variati, ma come dice legambiente emerge la fotografia di “una città ferma” che sta cercando di recuperare anni di ritardi nei trasporti, nelle piste ciclabili, nella raccolta differenziata, negli spazi verdi. E che è assediata dall’overtourism, capitolo al quale la ricerca di legambiente sull’ecosistema urbano dedica un capitolo a parte. Ma di sicuro lo smog resta un’emergenza urbana, si legge nel rapporto. Rispetto agli ultimi cinque anni, il biossido di azoto è l’unico parametro che sembra segnare una tendenza in calo. Verona è tra i capoluoghi dove si respira “aria scarsa”, è tra le prime città per gli alti valori di Pm10 con Padova e Vicenza ed è sesta per le pm2,5. Per la raccolta differenziata è a livelli insufficienti, con percentuali comprese tra il 50 e il 65% mentre ci sono capoluoghi che arrivano all’80%. Verona inoltre paga ancora il prezzo di un’alta dispersione di acqua dalle condutture, superiore al 25% quando il trend fisiologico è tra il 10 e il 15%. Dati che la fanno scivolare all’ultimo posto tra le città del Veneto: Treviso è sesta, Belluno è al 19° posto, Venezia 39ma, Padova segue a quota 42, Vicenza è 51ma e Rovigo figura al 76° posto. Ad incidere negativamente sulle performance ambientali dei comuni capoluogo, oltre ai problemi cronici irrisolti come come smog, inquinamento, consumo di suolo, pesano i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile e gli impatti dell’overtourism, un tema nuovo e in espansione nei nostri centri urbani, spiega il rapporto di Legambiente. Per l’Amministrazione comunale è una sfida tutta in salita quella di recuperare posizioni. “La 78esima posizione di Verona nella classifica generale non ci sorprende, purtroppo, soprattutto perchė le criticità emerse confermano la necessità di interventi incisivi su mobilità sostenibile, raccolta differenziata e qualità dell’aria – ha evidenziato l’assessore all’ambiente del Comune di Verona Tommaso Ferrari – Per questo abbiamo avviato importanti iniziative e siamo determinati a proseguire senza indugio con le opere e gli interventi pianificati, che ci permetteranno di colmare le lacune storiche e affrontare le sfide attuali in chiave ambientale. Con i 25 chilometri di nuove piste ciclabili, la creazione di aree pedonali, la realizzazione della filovia e gli interventi di rigenerazione urbana per aumentare la densità del verde pubblico e il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, stiamo lavorando per migliorare la sostenibilità della nostra città. La classifica di quest’anno, basata su dati relativi al 2023, quindi raccolti dopo un anno di amministrazione Tommasi, evidenzia una situazione difficile. Sono convinto che la politica debba essere coraggiosa nell’affrontare i cambiamenti e che, con l’aiuto di tutti i cittadini e delle associazioni del territorio, riusciremo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e a fare di Verona una città sempre più sostenibile, migliorando concretamente la qualità e il benessere della vita della popolazione». Per i risultati è presto. La città è ancora ferma. «Le politiche ambientali che vengono espresse con i dati relativi all’anno 2023, anche a questa edizione riportano una città sostanzialmente ferma. La staticità è ben evidenziata dalla linea di tendenza che dal 2007 in poi, per Verona, manifesta un andamento pressoché immobile nella graduatoria di Ecosistema Urbano”, afferma Chiara Martinelli presidente di Legambiente Verona.
E’ una città malata di overtourism. L’indice di sovraffollamento turistico qui è molto alto: addirittura più di Firenze
Verona infatti è malata di overtourism: Nelle prime 10 città d’arte italiane si concentra il 18% del totale dei flussi turistici nazionali ed internazionali. Roma si conferma la destinazione preferita dai turisti internazionali e nazionali con circa 29,2 milioni di presenze (7,1% del totale nazionale), seguita da Venezia con 11 milioni di presenze (2,7%), Milano con 10,4 milioni di presenze (2,5%), Firenze con 7,4 milioni di presenze (2%); seguono Torino con 3,5 milioni di presenze, Bologna con 3 milioni, Napoli con 2,7 milioni, Ravenna con 2,6 milioni, Verona con 2,4 milioni e Assisi con 1 milione di presenze. L’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST) – dato dalla combinazione di indicatori che misurano densità turistica, densità ricettiva, intensità turistica, utilizzazione lorda e quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico – risulta “Molto Alto” nel caso di Venezia (oltre 14.000 turisti per km quadrato), Verona e Napoli e “Alto” nel caso di Roma e Firenze. Verona ha la stessa sofferenza di Venezia, con tutte le evidenti conseguenze sulla trasformazione del commercio cittadino sempre più indirizzato verso una clientela turistica tra souvenir e food e sempre meno orientata ai residenti.
Le opposizioni bocciano Tommasi &C. “Politiche ambientali solo di facciata e di marketing. Così la situazione è peggiorata”
A bocciare l’Amministrazione Tommasi sono le opposizioni del centrodestra. Dice Marco Padovani, parlamentare di Fratelli d’Italia: “Verona è al 78° posto nella classifica Ecosistema Urbano: una situazione preoccupante, che smonta definitivamente l’efficacia delle politiche ambientali della giunta Tommasi, tutte basate su annunci, slogan e un facile ‘greenwashing’. L’attuale amministrazione, che oggi siede in aula promettendo politiche sostenibili, è ben lontana da ciò che per anni ha sbandierato”. Per Stefano Casali, consigliere regionale di Fratelli D’Italia, “Non è soltanto una percezione dei cittadini: dopo l’allarme sicurezza, il degrado ambientale e la trascuratezza del verde pubblico che Verona sta vivendo da circa due anni e mezzo, sotto l’amministrazione del sindaco Tommasi, sono ormai realtà tangibili e preoccupanti”. Casali sottolinea come all’interno della giunta sia presente il partito Alleanza Verde e Sinistra, “il quale dovrebbe occuparsi della salute ambientale. Eppure i risultati sul campo raccontano una storia ben diversa”. “La situazione del verde pubblico è desolante – continua il Consigliere – spazi trascurati, aree verdi abbandonate e un’inefficienza amministrativa che sta privando Verona di quella cura e pulizia che merita”. Per il gruppo di Verona Domani (capogruppo Rossi), “La nuova classifica di Ecosistema Urbano colloca Verona al 78° posto tra le città italiane per sostenibilità, una posizione deludente che riflette una gestione amministrativa distante dalle reali esigenze ambientali e urbane. Dopo oltre due anni e mezzo al governo, l’attuale amministrazione non può più addossare le responsabilità a chi l’ha preceduta. È evidente che le scelte intraprese non hanno portato i risultati attesi, anzi, hanno creato nuovi problemi. La chiusura prolungata dei sottopassi, che ha bloccato la viabilità per quasi due anni, ha generato enormi disagi, ingorghi e un peggioramento della qualità dell’aria. Le “domeniche ecologiche” hanno portato alla chiusura di alcune strade senza una vera strategia, spostando semplicemente il traffico su altre vie e aumentando il caos nei quartieri limitrofi. Città come Verona e Padova, -prosegue Verona Domani- amministrate dalla sinistra, hanno fatto dell’ambiente il loro cavallo di battaglia, per poi ottenere una clamorosa bocciatura: oggi si trovano, infatti, tra le peggiori città d’Italia, in fondo alla classifica. Un’amministrazione che punta a obiettivi concreti dovrebbe offrire soluzioni praticabili, non limitarsi a lanciare slogan ideologici che sembrano più di facciata che realmente orientati a un cambiamento positivo. Questo approccio non è lungimirante. È un susseguirsi di spot elettorali, utili solo a dare un contentino a pochi sostenitori, senza però creare un impatto concreto e positivo sulla città. Decisioni come l’eliminazione del tradizionale falò del 6 gennaio sono state presentate come svolte “ambientali”, ma non offrono reali vantaggi. Per promuovere una mobilità sostenibile è necessario dare alternative praticabili e ben strutturate: limitarsi a bloccare le auto non basta e non è una soluzione”. La posizione di Verona nella classifica Ecosistema Urbano “è la prova concreta di una gestione che vive di slogan, ma che manca di efficacia e di una reale capacità di intervento. Verona Domani ritiene urgente un cambio di rotta: servono scelte concrete, pensate per risolvere le problematiche ambientali e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Continuare su questa strada significa continuare a inseguire obiettivi effimeri, senza reale beneficio per Verona. Verona merita un’amministrazione che agisca per il bene della comunità, non su scelte ideologiche senza fondamento”. MB