Cantina Valpolicella Negrar nel 2018 festeggia 85 anni di attività con una novità vinicola, la collezione Pruviniano, che mette in risalto ciò che la contraddistingue fin dagli albori, innovazione e consapevolezza che la propria forza sta in quello che potrebbe essere visto come un limite, la molteplicità dei soci, 230 per oltre 700 ettari di vigneti situati in gran parte nella zona collinare della Valpolicella Classica. Una caratteristica, quella di avere tanti piccoli produttori, che diviene un incredibile fattore distintivo quando si lavora per valorizzare la specificità del territorio e dei vigneti, come ha fatto la cantina in modo più sistematico dagli anni ’80 del secolo scorso con il lancio della linea cru Domìni Veneti Le esplorazioni. Inizialmente la cantina ha indagato la vallata di Negrar, che ha dato i cru Vigneti Jago-Amarone, Vigneti Moron-Recioto, Vigneti Torbe e La Casetta-Ripasso e Verjago-Valpolicella Superiore; quindi, è passata a rintracciare le sfumature e i contrasti della Valpolicella Classica nel suo insieme con le “Espressioni” di Amarone, fornite da cinque vigneti selezionati in diverse vallate. Ora, l’attenzione è stata spostata sulle specificità della vallata di Marano, rintracciabili nell’Amarone, nel Ripasso e nel Valpolicella Superiore Pruviniano, dall’antico nome della vallata, menzionata in documenti dell’VIII sec. e comprendente i bacini dei progn di Marano e Fumane. “Come altri toponimi legati alla presenza originaria di veterani e coloni romani, la val Provinianense deriva dal nome Provinius, Probinius-Probus”, spiega Gian Paolo Marchi, professore ordinario di letteratura italiana nell’Università di Verona, emerito dal 2012.