Un furto di bottiglie in quantità equivalenti a quelle necessarie a riempire un Tir.
9.000 bottiglie, per essere precisi. Circa 1.500 casse da 6, delle annate 2017 e 2018. Hanno mirato al vino simbolo dell’azienda Masi Agricola S.p.A. Al più identitario: l’Amarone Costasera.
Il fatto è accaduto ieri, ad Oppeano, presso il magazzino dell’operatore specializzato nella logistica internazionale del vino, dove Masi stocca da anni consistenti scorte di bottiglie.
“Chiaramente non è stata una bella notizia: non è un furto diretto a noi, ma al nostro deposito presso terzi, ma comunque si tratta di un ammanco straordinario che ha riguardato vini particolari, molto circostanziati – commenta con parole lucide, Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola S.p.A. – sono stati ovviamente sottratti in modo deliberato, avendo ben chiaro in mente cosa ci si volesse portare a casa”. Costasera Amarone, prevalentemente dell’annata 2017 e a completamento anche l’anno successivo, che è già in parte imbottigliato. “Nel deposito dove è avvenuto il furto, infatti, è custodita l’intera scorta di Masi destinata alla distribuzione, e anche quella destinata ad avere una maturazione prestabilita secondo i nostri disciplinari interni di maturazione in bottiglia”, spiega il Presidente.
Dal lontano 1772, Masi è radicata in Valpolicella Classica. Oggi la sesta e settima generazione continua ad intessere questa lunga storia d’amore con il territorio, e gestisce l’azienda realizzando un quotidiano lavoro all’insegna della ricerca, della sperimentazione e della passione.
Di concerto con il vino Campofiorin, l’originale Supervenetian di Masi nato nel 1964, creatore di una nuova categoria di vini veneti ispirati alla tecnica dell’Amarone, l’Amarone Costasera rappresenta la parte più emblematica della produzione di Masi. “Il nostro Amarone Costasera è riconosciuto nel mondo e recentemente ha fatto bella mostra si sé, nel corso delle celebrazioni per la 250esima vendemmia”. Nel 2022, infatti, Masi ha festeggiato i 250 anni/vendemmie dell’azienda (1772-2022) della famiglia Boscaini nei pregiati vigneti del Vaio dei Masi, piccola valle nel cuore della Valpolicella Classica. Costasera ha raccolto notevoli critiche positive dai più reputati rating nazionali ed internazionali.
Una notevole tutela a fatti come quello appena accaduto è il sistema di tracciabilità “dal vigneto alla tavola”, da anni adottato da Masi. Tale sistema permette l’identificazione, tramite un codice, di ciascuna singola bottiglia con riferimento a: lotto di produzione, data e ora di imbottigliamento. “Per avere contezza del prodotto che abbiamo, da parte nostra continueremo ad adottare questo sistema, che permette, da un lato, di tenere traccia della storia del vino, dall’altro di monitorare il percorso distributivo: sappiamo dove e da chi è stato venduto, seguendolo fino al distributore nei mercati – precisa il Presidente Boscaini – si tratta di un sistema che nasce per altri scopi, ma ricopre anche la funzione di individuazione di un’eventuale sottrazione, ed è anche un deterrente”
In relazione ai gestori del magazzino, players internazionali cui Masi si appoggia: “li abbiamo richiamati, e ci hanno rassicurato che andranno a vigilare con maggiore attenzione, posizionando delle guardie giurate in entrata e uscita ai TIR”.
Interessante la chiosa finale del Presidente Boscaini circa il valore che certi vini hanno assunto: “una volta i furti riguardavano i gioielli e le monete d’oro, mentre, oggi come oggi, con l’elevazione del vino da “vino alimento”, a vino culturalmente apprezzato, è fatale che possano succedere fatti come questo”.
Stefania Tessari