«Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole […]. A questo punto comincia la danza».
Le parole dell’intramondabile coreografa e ballerina tedesca Pina Bausch sembrano descrivere perfettamente Amara Terra Mia, l’ultimo spettacolo di danza della Compagnia Nuova Soledarte, andato in scena al teatro Camploy venerdì scorso.
Teatro gremito, applausi calorosi, l’entusiasmo di un pubblico presente, vivo, elettrizzato. Lo stesso teatrodanza tanto caro a Pina Bausch ha permesso ai veronesi di tornare a vivere l’emozione e l’energia del teatro in presenza e, allo stesso tempo, di godere di una performance intensa e incisiva che, nella sua eccentricità, è riuscita a conquistare mente e cuore degli spettatori.
Amara Terra Mia è un inno alla femminilità in ogni sua forma, una celebrazione della potenza, della forza, della tenacia, dell’amore e di gioie e dolori di quella componente femminile che, in qualche misura, è in ognuno di noi. Come suggerisce il titolo stesso, questo progetto nasce anche per celebrare il profondo legame tra la donna e la terra; la stessa terra che può essere madre benigna e amorevole ma che, se non viene amata, curata e rispettata a sua volta sa essere crudele, spietata, ingiusta e «amara», proprio come nella celebre canzone di Domenico Modugno (nello spettacolo rivisitata da Ginevra di Marco).
Nel tentativo di sfuggire al dolore e ritrovare la libertà, sul palco le donne si spogliano e si raccontano in tutta la loro vulnerabilità, alternando recitazione, canto e danza, lasciando grande spazio anche a ipnotiche coreografie corali culminanti in movimenti violenti e grida viscerali.
Ma la bellezza di questa mise en scène non si esaurisce nell’unico livello di lettura del binomio donna/natura: Amara Terra Mia presenta una complessa gamma di sfumature tematiche, che spaziano dall’inalienabilità dei diritti umani alla trasmissione della sensibilità femminile attraverso le generazioni, passando per il dramma dello sfruttamento e della violenza sulle donne.
Un progetto ambizioso che non poteva che essere portato avanti da una squadra tutta al femminile: alla regia troviamo la coreografa Varhynia Ziliotto, affiancata dalle attrici Giorgia Olivieri e Giulia Tomelleri, quest’ultima anche redattrice dei testi. Nel cast anche Sara Alfieri, Laura De Angeli, Mariapaola Galante, Giorgia Pasetto.