Lo scopo era più che nobile: raccogliere fondi per aiutare i bambini affetti da malattie rare. E la città, come sempre, ha mostrato tutto il suo gran cuore. La Marcia del Giocattolo è da molti anni, 42 per l’esattezza, un classico del periodo prenatalizio. Divertimento, sport e beneficienza hanno sempre caratterizzato l’avvenimento, fino a qualche anno fa un unicum per le nostre strade, se si esclude un altro grande classico primaverile, ossia la Straverona. I tempi però sono cambiati e a questi due eventi le varie amministrazioni comunali che si sono succedute ne hanno aggiunti via via molti altri, fino al punto di intasare il calendario di corse competitive, semi-competitive e scampagnate tra il cemento. Le conseguenze sono note: ormai ogni domenica del mese (in questo periodo ogni settimana) il centro e le strade adiacenti vengono bloccate per ore al fine di consentire il passaggio dei podisti. Cittadini e turisti diventano vittime innocenti di una programmazione che è decisamente sfuggita di mano.
Domenica dalle parti di San Zeno – punto nevralgico del passaggio dei partecipanti alla Marcia – i poveri addetti alla chiusura delle strade (non i vigili bensì i volontari) – sono stati ingiustamente ricoperti di improperi da parecchi automobilisti imbufaliti per l’ennesima chiusura del traffico. La maleducazione non ha giustificazioni, ci mancherebbe, e però più di un volontario era a sua volta perplesso per la gestione della manifestazione. «Ormai ce n’è una alla settimana» si è sfogato con noi uno di loro. «È normale che poi la gente si incazzi!». Su questo giornale lo scriviamo da tempo: se proprio Palazzo Barbieri vuole stipare il calendario di manifestazioni, sposti almeno quelle “minori” nei quartieri. L’obiettivo dell’attuale amministrazione non era quello di ravvivarli? Ecco, ogni tanto una maratona potrebbe giovare al lodevole intento. Il cuore di Verona non può essere lasciato alla mercé di questi eventi. Muoversi per la città, di domenica, non può essere un percorso a ostacoli. Chi ama fare sport (e noi siamo tra questi) ha i propri diritti che però, per colpa di chi ci amministra, non possono ledere quelli dei cittadini che di domenica, magari, devono anche andare a lavorare. Serve maggior equilibrio.
A.G.