Campi allagati, semine sott’acqua, raccolti a rischio. Decine di segnalazioni sono arrivate a Confagricoltura Rovigo per i danni causati ieri dall’ondata di maltempo che ha flagellato la provincia.
Poche ore di precipitazioni, ma ad un livello di intensità così alto da mettere in crisi tutta la rete dei canali di scolo nelle campagne attigue a Lendinara, Badia e Adria.
Spiega Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo:
“Bombe d’acqua concentrate in poche ore hanno creato diffusi allagamenti nelle campagne, in particolare in due aree: Lendinara-Badia Polesine e Adria. Sono caduti oltre 100 millimetri di pioggia mettendo in difficoltà il sistema scolante, che non è riuscito a smaltire tutta l’acqua caduta in così poco tempo.Di conseguenza alcuni canali sono esondati, allagando completamente i terreni.La conta dei danni la faremo nei prossimi giorni, man mano che si asciugherà il terreno.Possiamo già dire, però, che la raccolta dei frumenti si fermerà per alcuni giorni, fino a quando i campi non si saranno asciugati, e questo potrà comportare conseguenze a livello qualitativo.Il prodotto era pronto per la raccolta e, rimanendo lì a lungo, è possibile che ne risenta. E sarebbe un peccato: la produzione non era ad alti livelli, ma la qualità era buona. Per quanto riguarda il mais e la soia, potrebbero verificarsi dei fenomeni di asfissia, ma lo vedremo nei prossimi giorni. Siamo preoccupati soprattutto per il mais, più sensibile rispetto alla soia”.
L’Alto Polesine era già stato colpito un mese fa da piogge di grande intensità, che avevano causato allagamenti e problemi soprattutto al mais, in fase di semina.
Continua Ballani:
“È già la seconda volta nel giro di poche settimane che Lendinara e Badia vanno sott’acqua – osserva Ballani -, anche se questa volta la situazione è più pesante. Ieri ho fatto un giro nella zona e ho visto aziende completamente allagate. Perciò la settimana prossima, con il direttore Massimo Chiarelli e Marco Volpin, direttore generale del Consorzio di bonifica Adige Po, farò un sopralluogo nelle aziende colpite, per verificare i danni, ma anche per capire se possano esserci soluzioni migliorative per evitare questi disastri. I consorzi di bonifica devono dare il massimo non solo nell’immediato, per pompare l’acqua in eccesso e riportare la situazione alla normalità, ma anche in ottica futura per progettare le azioni necessarie a difendere le colture, migliorando i sistemi di scolo. Questi fenomeni estremi sono diventati la norma: in marzo eravamo preoccupati per una possibile stagione siccitosa e invece ci troviamo alle prese con un’eccessiva piovosità. Questo dimostra come il clima stia radicalmente cambiando, portandoci ad affrontare cambiamenti nel giro di poche ore che possono compromettere una stagione di lavoro. E fenomeni estremi come quelli degli ultimi cinque anni mettono in ginocchio anche le aziende più tenaci”.