Caos nomine, Gasparato è a rischio ?
Come si dice in questi casi, “mai dire Zai”. Quando tutto sembrava scontato (o quasi…), con la conferma di Matteo Gasparato ai vertici del Consorzio, ecco profilarsi l’intoppo imprevisto. Che succede? Succede che la Lega, attraverso la Provincia, dove governa il presidente Scalzotto, sindaco di Cologna e fedelissimo del Carroccio, prende tempo e non comunica le sue scelte.
Mentre il Comune e la Camera di Commercio hanno già provveduto (vedi servizio nella pagina seguente). Da notare che il termine per la rielezione è il 9 settembre e che, in caso di blocco, rischia di andare il tilt l’intera attività dell’Ente. Dunque, chi lo fa, si assume una grossa responsabilità, non solo e non tanto, di natura politica.
Tutti, ovviamente, sono in fibrillazione. Anche a Palazzo Barbieri non c’è di sicuro il clima delle grandi occasioni, visto che, come sempre in questi casi, i segnali di fumo potrebbero nascondere un prossimo incendio. Insomma, schermaglie elettorali o aria di crisi?
La Lega, negli ultimi giorni, non ha mancato di sottolineare a più riprese la sua posizione, piuttosto critica, nei confronti dell’Amministrazione Sboarina e del sindaco in particolare.
Siamo passati dall’Ok di Salvini alla ricandidatura (era giugno), all’intervista di Federico Bricolo, coordinatore veronese: “Sboarina deve rivedere alcune cose che negli ultimi tempi sono mancate”. E, per finire, nei giorni scorsi, l’intervento del parlamentare Borchia, sulla questione Agsm-Aim :“Finalmente, anche Sboarina si accorge che la Lega aveva ragione”.
Punture di spillo, anche eleganti, ma comunque sempre molto chiare e precise. La Lega, com’è noto, non ha affatto digerito il passaggio di Sboarina a Fratelli d’Italia e non perde ora occasione per ricordaglielo.
Il tutto, senza considerare che la stessa ricandidatura di Sboarina, come leader del centrodestra, è ora messa in discussione. In realtà, sembrano più “manovre elettorali”, per tenerlo sulla corda, ma è altrettanto vero che lo stesso presunto riavvicinamento di Tosi a Salvini ha finito per creare ulteriore confusione in un panorama che, fino a un paio di mesi fa, sembrava provio di incertezze.
Ovvio che, adesso, l’atteggiamento della Provincia, che prende tempo, aggiunge benzina sul fuoco. La sensazione, tra l’altro, è che non si tratti del classico gioco delle parti, ma che questo sia stato preso a pretesto per alimentare quel clima di confusione che oggi avvolge la politica veronese.
Ma intanto, la febbre sale. Non basterà un po’ di Tachipirina…
E c’è pure il rischio del Commissario
Eh già, la Lega tiene tutti col fiato sospeso. Perchè? Perchè il presidente Scalzotto ancora non ha sciolto le riserve e tiene più che mai sulle spine alleati e non, Gasparato e dintorni.
I numeri sono numeri, non ingannano mai. La Camera di Commercio ha già designato (almeno così sembra…) tra nomi: Paola Ferroli, Andrea Prando e Paolo Tosi.
Il Comune ha già individuato i 2 nomi che gli spettano: Matteo Gasparato e Massimo Mariotti, oggi alla guida della Serit, l’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti.
E la Provincia? Tutto tace, almeno fino ad ora. E questo fa andare in fibrillazione la politica veronese. E’ chiaro, c’è in atto una strategia che va ben al di là del Consorzio Zai, questo è sicuro.
La battaglia è politica, non è che voglia una laurea per capirlo. La Lega, da tempo ai margini delle nomine di Sboarina, sta mettendo i punti sulle i, giorno dopo giorno. E la sceltadi Bricolo, come coordinatore in prospettiva elezioni 2022, la dice lunga. La Lega, in sostanza, è stanca di un ruolo tutto sommato di secondo
piano, nel gioco degli Enti cittadini. Dove, anche questa è la verità, la parte del leone l’ha fatta Verona Domani, di cui è presidente Matteo Gasparato, presidente, appunto, del Consorzio Zai.
E alla Lega, questo ruolo di secondo piano non basta decisamente più. Quindi rivendica spazio e incarichi che oggi non le appartengono. Senza contare, ma forse è meglio cominciare a farlo, che la stessa ricandidatura di Sboarina, come leader del centrodestra, non va più completamente a genio a Salvini e compagnia, dopo il passaggio (opportuno, inopportuno, chissà…) del sindaco a Fratelli d’Italia.
Sommiamo i due aspetti e ne viene fuori un quadro decisamente allarmante, soprattutto per chi, in questi mesi, ha sempre parlato di “unità del centrodestra” e di sicura ricandidatura di Sboarina come leader.
Il discorso Consorzio Zai, dunque, non è che la classica goccia che fa traboccare il vaso. La scintilla che fa divampare l’incendio.
Perchè, anche questo va detto, ai malumori della Lega, si aggiungono quelli di Forza Italia, a sua volta divisa in due parti, nessuna delle quali è particolarmente vicina a Sboarina. Non lo è quella ufficiale (da Ferro a Melotti, sindaco di Bosco e coordinatore veronese), non lo è di sicuro quella “ufficiosa”, che fa capo a Bozza come esponente in Regione, ma che riconduce ovviamente a Flavio Tosi.
E qualcuno comincia pure a far due conti: Lega più Forza Italia, a numeri non starebbero poi così male. E potrebbero “divorziare” da Fratelli d’Italia e civiche, scegliendo un candidato diverso da Sboarina, ovviamente Flavio Tosi.
Da ultimo, giusto dire anche questo, non aiuta a ricomporre il puzzle la stessa divisione nazionale tra Salvini e Giorgia Meloni, con quest’ultima all’opposizione del Governo e dunque anche della stessa Lega.
Un bel caos, non c’è che dire. Alimentato oggi dalle nomine del Consorzio Zai, ma già piuttosto forte di suo. In più, giusto per non farsi mancare niente, va ricordato che, qualora non venga rispettata la data del 9 settembre, c’è il rischio del Commissario alla guida del Consorzio…