Il ministro della Salute Roberto Speranza ha affermato che, secondo quanto riferiscono gli esperti del Comitato tecnico-scientifico, la curva dei contagi si sta stabilizzando. Pur con la massima prudenza e ribadendo che è ancora presto per dirlo, ha aggiunto che ci sono valide ragioni per credere che le ultime restrizioni stiano iniziando a dare qualche risultato.
Pur ribadendo che “le criticità ci sono tutte, e mi sono ben evidenti“, in un’intervista a La Stampa ha sottolineato che osservando i numeri ci si accorge che i nuovi casi di coronavirus registrati nel weekend del 7-8 novembre sono gli stessi del successivo. “Vuol dire che il contagio si è fermato? Ancora non lo sappiamo con sicurezza, ma i nostri esperti ci dicono che i primi segnali di stabilizzazione ci sono tutti“, ha spiegato.
Se ciò fosse vero si confermerebbe la validità delle strategie adottate senza ricorrere ad un lockdown totale così come la necessità di non mollare adesso. I prossimi sette-dieci giorni saranno infatti decisivi per sapere con certezza se la divisione del Paese in tre zone abbia dato i frutti sperati. Nel medesimo tempo è atteso il picco dei contagi, dopo il quale ci si attende un’ulteriore stabilizzazione per poi arrivare ad una discesa.
Anche dal punto di vista degli ospedali e delle terapie intensive il ministro vede segnali di stabilizzazione. Se negli ultimi mesi si è avuto un aumento esponenziale delle Rianimazioni, “se guardiamo alla media mobile dell’ultima settimana ci siamo assestati intorno a quota 100“. Se ci si stabilizzerà su questi livelli anche la settimana successiva vorrà dire che si sarà arrivati al cosiddetto plateau, che equivale poi ad un indice Rt uguale a 1: “Per ogni nuovo contagiato che entra in intensiva un altro ne esce“. Fino a quando, con l’indice di contagio sotto l’1, usciranno più malati di quanti entreranno.
Quanto al vaccino, il titolare del Ministero della Salute ha ribadito la volontà di passare dal Parlamento per discutere su modi e tempi di distribuzione. In ogni caso, ha spiegato, all’inizio ci sarà solo una quota minima di dosi che consentirà di vaccinare 1,7 milioni di persone iniziando da personale medico-sanitario e delle Rsa. Secondo le sue previsioni la prima giornata di somministrazione dell’antidoto potrà avere luogo tra la terza e la quarta settimana di gennaio. Per le vere vaccinazioni di massa invece si dovrà aspettare il secondo semestre del 2021.