Una vittoria che trasuda salvezza. Il Verona supera in un Bentegodi stracolmo di gioia la Fiorentina e compie, con ogni probabilità, lo scatto decisivo verso la permanenza in serie A.
Non c’è ancora la matematica ma con 34 punti in cascina basterà raccoglierne un altro paio nelle prossime tre sfide, Torino e Inter in casa, Salernitana in trasferta, per festeggiare un traguardo che, dopo la rivoluzione operata nel mercato invernale, sembrava assolutamente una chimera.
Tanti i protagonisti della vittoria perché, ancora una volta, il Verona ha dimostrato di essere una squadra vera, un gruppo unito e coeso. Con difetti palesi ma con qualità che una squadra che lotta per salvarsi non può non avere.
Grinta, carattere, determinazione, sacrificio. Due gli attori che più di tutti conquistano la scena. Marco Baroni sta realizzando, probabilmente, la stagione più bella della sua esperienza da allenatore. Perchè mai questa volta un tecnico si è adattato alle esigenze della società, ha fatto di necessità virtù.
Senza cercare giustificazioni, testa bassa e lavorare. Qualche errore l’avrà anche commesso ma se il Verona, che qualcuno in inverno ridicolizzava, agguanta la salvezza il merito andrà dato alla serietà, alla professionalità dell’ex difensore centrale gialloblù.
Pacato, misurato, sempre sul pezzo. La squadra ne riflette il carattere, le idee. Se Baroni è il tessitore paziente di una trama con un finale che tutti speriamo lieto, il Verona in campo è sorretto dalle giocate, dalle idee, dagli strappi di Tijjani Noslin.
Questo ragazzone olandese è un fattore decisivo nelle sorti dell’Hellas. Un’altra prestazione determinante. Si procura con ostinazione e volontà il rigore con cui Lazovic porta avanti i gialloblù, realizza la rete della vittoria scaraventando in rete un destro di potenza e coordinazione esemplari.
E una sorta di gattone, talvolta appare spesso lontano dal match, assopito dentro una gara che risolve, però, con una giocata, una graffiata.
Il gol è bellissimo, la vitalità e l’energia con cui gioca alcuni palloni infiammano il Bentegodi. Quattro reti all’attivo, due rigori procurati, tante giocate positive.
E’ arrivato a Verona lo scorso 23 gennaio dagli olandesi del Fortuna Sittard e ha debuttato in maglia Hellas nella gara di cinque giorni dopo con il Frosinone.
A memoria è davvero difficile trovare un giocatore straniero così giovane, Noslin non ha ancora 25 anni, che ha avuto un impatto così importante sul calcio italiano come l’attuale attaccante gialloblù.
Baroni per lui ha speso parole di elogio nel dopo partita.
“Il ragazzo ha la bellezza di avere un calcio nella testa senza limiti mentali. Gioca a sinistra o a destra e noi lo ricicliamo dove abbiamo bisogno a seconda della partita. Per noi questo è importante perché non è condizionato da dove gioca, siamo contenti. È un ragazzo giovane, ha energia ma come tutti i giovani deve ancora crescere”.
Come deve farlo ancora tutto il Verona per conquistare una salvezza che porta con sè, chiaramente, l’equilibrio e la saggezza di Baroni ma anche la verve di Noslin. Un nuovo “tesoretto” di cui la società gialloblù può disporre.
Mauro Baroncini