Produce vino, d’accordo. Buono, molto buono, questo è sicuro. La Giuva, la sua cantina (Giulia e Valentina, le sue figlie, le hanno dato le iniziali) funziona a meraviglia, anche questo è sicuro. Ma è il resto, cioè il calcio, che se n’è dimenticato. Già, dimenticato, di Alberto Malesani da San Michele Extra. Forse (attenzione al forse) ormai è un ex allenatore, più per scelta, che per altro. Il calcio, del resto, funziona così. Ti scaraventa in alto, quando gli servi e quando vai bene, ma ti ributta giù in un secondo, quando il vento gira.
E’ successo così, ad Alberto da Verona. in orbita con Fiorentina e Parma, poi un lungo giro d’Italia (e d’Europa, Panathinaikos, ricordate?) con sprazzi di gran calcio, ma, anche, quell’etichetta di “allenatore ribelle”. Ribelle agli schemi. Alla cravatta, magari. Alle convenzioni. Alle domande indiscrete (stupide?) di qualche cronista d’assalto. .
Così, è diventato scomodo. Scomodo al sistema, che li vuole tutti perfettini e “a modo”. Allineati. E non conta se poi, in campo, i risultati sono quelli che sono. Basta che tu appartenga a una scuderia. Che tu sia “affiliato” a qualcuno, più grande è meglio è. L’Alberto mai stato affiliato in vita sua. Così l’hanno messo in… cantina. “Eppure, avrei ancora tante cose da dire” ha detto di recente. Eppure, è stato uno degli ultimi veri insegnanti di calcio. Ha vinto, anche, sarà mica una colpa…Stupisce vederlo (solo) tra le vigne, così come stupisce vedere gente (Grosso, tanto per non far nomi) che allena in serie A. Dategli una squadra e risolleverà il calcio. Proviamo?