In Italia chiudono oltre 100 aziende artigiane al giorno e la crisi del Governo preoccupa poco lavoratori e imprese, occupati piuttosto a contenere gli effetti di una crisi del settore profonda e troppo spesso inascoltata dalla politica.
“La crisi di Governo è un fatto grave e ancora una volta dimostra la distanza della politica dal mondo reale, fatto di imprese e lavoratori che stanno soffrendo. I segnali di allarme che sono stati lanciati negli anni sono sempre caduti nel vuoto e adesso è a rischio la sopravvivenza del comparto”, sottolinea con preoccupazione Luca Luppi, presidente di Casartigiani Verona. “La burocrazia strangola le imprese, l’accesso al credito è ormai una sfida e la pressione fiscale mette in ginocchio tante aziende che fanno fatica a mettere in ordine i conti – continua Luppi -. Per chi fa imprese sopravvivere è diventato sempre più difficoltoso e lo è ancora di più per le Pmi artigiane. E la politica invece di migliorare la situazione non fa altro che rendere la macchina amministrativa sempre più farraginosa”.
Questo appare paradossale in un Paese che, almeno a parole, ha sempre considerato l’artigianato un settore d’eccellenza, trainante per l’economia. Ma i numeri ci raccontano una realtà ben diversa: negli ultimi anni, infatti, i fallimenti in Veneto sono aumentati del 30% e i dati dell’Osservatorio sul lavoro autonomo dell’Inps mostrano che negli ultimi 24 mesi sono stati più di 40mila gli artigiani che hanno appeso i loro strumenti di lavoro al chiodo. 100 al giorno, in tutto oltre 300mila artigiani in meno.
“C’è una guerra appena fuori l’Europa, stiamo ancora combattendo contro il Covid, c’è il Pnrr da rilanciare, senza dimenticare gli aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime e la siccità che sta mettendo in ginocchio tanti territori ‘’, conclude il presidente.