Tre colpi di ruspa e un grande boato. E’ cosi’ che, in pochi minuti, è stata demolita la prima costruzione non soggetta a vincolo architettonico all’ex arsenale, sgretolandosi in cocci di muro e polvere.
È stato il giorno dell’avvio del cantiere vero e proprio, quello che farà dell’arsenale uno spazio riqualificato, vivo e, soprattutto, di proprietà pubblica. Ora i lavori non si fermeranno più. La tabella di marcia è ben definita, si procede su più livelli per completare la riqualificazione del compendio il prima possibile. Da una parte le demolizioni delle palazzine non vincolate, che lasceranno il posto al grande polmone verde che sorgerà sull’area; dall’altra il restauro e la messa in sicurezza delle coperture, che partiranno a breve dopo l’affidamento dei lavori alla ditta appaltatrice. Nel frattempo va avanti speditamente la parte progettuale, in particolare quella relativa alla Corte Ovest che sarà la prima ad essere restaurata. Qui, infatti, si trasferirà l’Accademia di Belle Arti, e proprio dalla scuola sono in arrivo i dettagli definitivi che andranno ad integrare e completare la proposta elaborata dallo studio di progettazione Politecnica, che ha vinto la gara per il primo lotto di recupero conservativo dell’arsenale.
Ad assistere alle prime demolizioni era presente il sindaco Federico Sboarina, insieme agli assessori alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala e ai Lavori pubblici Luca Zanotto. Presenti anche la presidente della commissione Arsenale Paolo Bressan e il consigliere Roberto Simeoni.
“Siamo partiti e non ci si ferma più – ha detto il sindaco -. L’arsenale è la prima opera pubblica su cui l’Amministrazione ha lavorato appena insediata, avviando un processo di partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza senza precedenti. A differenza del passato, dove la pianificazione era fatta a suon di centri commerciali, noi partiamo da una visione complessiva di Verona, secondo uno sviluppo armonioso e sostenibile. Per ciò che rappresenta l’arsenale, questo non è un cantiere come gli altri. Sono vent’anni che si parla di recuperarlo e toglierlo dallo stato di abbandono e degrado in cui i cittadini si sono rassegnati a vederlo”.
“Le demolizioni dureranno circa un mese – ha spiegato Zanotto -. Non si tratta solo di buttare già le palazzine, ma anche di recuperare tutto il materiale, separarlo in base alla tipologia, stoccarlo e quindi trasportarlo in discarica. Le palazzine demolite sono quelle che, non avendo valore storico, in accordo con la Soprintendenza non sono state inserite nel progetto di recupero. Al loro posto verrà realizzato il grande polmone verde del quartiere”.
“Andiamo spediti – ha detto l’assessore Segala -. Si procede su livelli diversi ma paralleli, proprio per arrivare all’obiettivo il prima possibile. A giorni sapremo il vincitore del bando a cui saranno affidati i lavori per il rifacimento delle coperture. Anche la progettazione definitiva è pressochè conclusa, i progettisti si stanno confrontando con l’Accademia di Belle Arti per i dettagli degli spazi interni, idem con i Musei civici per la Palazzina di Comando.