«Per rendere nuovamente attrattiva la professione infermieristica è necessario migliorare il trattamento di tali figure così da invertire la drammatica situazione di carenza che, qualora non si trovasse una soluzione, potrebbe minare alla base la capacità del servizio sanitario nazionale di rispondere alle esigenze dei cittadini».
Questa la considerazione di esordio dell’intervento di Giovanni Costantino nella sessione tematica sulle Emergenze e prospettive nel settore sociosanitario del XXV Convegno nazionale di pastorale della salute, organizzato in questi giorni a Verona dal corrispondente Ufficio della Cei diretto da Don Massimo Angelelli.
Il Capodelegazione Aris ha sottolineato come «anche nel comparto pubblico i livelli retributivi siano cresciuti troppo poco, in misura inferiore all’inflazione».
Se si guarda alle strutture private, inoltre, il dato è ancora più evidente, soprattutto nell’area della territorialità, anche se «l’attuale situazione – prosegue Costantino – non può addebitarsi alle singole strutture, le cui condizioni economiche, a causa del mancato adeguamento di rette e tariffe, non hanno sinora consentito di incrementare le retribuzioni».
Per cambiare un simile quadro, secondo il giuslavorista, è necessario «uniformare quanto più possibile i ccnl del settore privato, che dovranno tendere a quelli pubblici, così da evitare disparità di trattamento e da consentire peraltro alle strutture una maggiore forza di contrattazione con il servizio sanitario nazionale».
Non si può, inoltre, eludere il problema della sostenibilità. «A tal fine – ribadisce – è necessario chiedere di fornire al settore privato le risorse necessarie per i rinnovi contrattuali adottando metodi che premino le strutture più virtuose e, quindi, differenzino la copertura in funzione alla qualità e quantità di tali servizi».