“Facciamo chiarezza: l’aria a bordo degli aerei è da sempre super controllata e sanificata. Non è un circuito chiuso dove continui a respirare la stessa, c’è il ricambio. Ciò che tutte le compagnie implementeranno la sanificazione dei velivoli, ovviamente
a ogni cambio di passeggeri ma anche di equipaggio. La salubrità dell’ambiente sarà massima”.
Paolo Arena, presidente dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona, è ottimista, ma non si sbilancia: “Lo scalo è pronto, di fatto non abbiamo mai chiuso, anche se non c’erano voli. In questi giorni stiamo vedendo che la gente ha voglia di mare e di spostarsi, ma è chiaro che tanti ancora non si fidano, hanno un blocco psicologico”.
Presidente, diamo delle date.
“Mercoledì decade il divieto di muoversi tra regioni, quindi tecnicamente si può ricominciare a volare entro i confini nazionali. La prima tratta, al Catullo, è fissata per giovedì 4. Il 15 vedremo cosa verrà deciso per i viaggi internazionali. Il quadro non è chiaro: alcune compagnie sono molte prudenti, altre, come Volotea – che ha addirittura aumentato la capacità, e al Catullo avrà un aereo in più – inizieranno pesantemente dal 18”.
La Grecia ci ha inserito nella lista nera. La Spagna tentenna. Il Sud America chiuso, come l’Africa. Dovremo restare in Italia?
“La Spagna sembra che riapra tutto il primo luglio. Quanto alla Grecia bisogna capire se l’obbligo di quarantena decadrà a fine giugno, altrimenti la vedo dura andare in vacanza e passare una settimana chiusi in albergo. Tutti gli Stati ragioneranno in base all’andamento dell’epidemia. Penso anche al Brasile e alla Russia. La situazione è molto incerta: ne sapremo di più nei prossimi giorni. Certo, si pone una duplice questione…”.
Cioè?
“Per reggersi in piedi le compagnie devono volare con una certa capienza, ma oggi nessuno sa quanti passeggeri avrà a bordo”.
Abbasseranno i prezzi dei biglietti?
“Ovviamente dipenderà dalle singole compagnie. Io posso solo andare a sensazione: secondo me alcune, almeno nella prima fase, applicheranno prezzi molto competitivi”.
In questo contesto impossibile anche per voi programmare la stagione…
“No, non direi così. Si può programmare, e lo stiamo già facendo da tempo. Il punto è che non ci sono certezze. Pensi ai virologi: ognuno dice la sua, non c’è una linea univoca, manca chiarezza, e così la gente non sa più chi ascoltare.
Il virus ha spaventato un sacco di persone, è comprensibile. Poi però, pensiamo a Verona, se uno va a leggersi i dati si accorge che solo lo 0,4% della popolazione è stata contagiata. Ci arrivano tante richieste di voli da programmare, ma capita che le compagnie li annullino il giorno prima o perché non è arrivata l’autorizzazione o perché i passeggeri sono troppo pochi. Sarà un ritorno graduale alla normalità: dobbiamo aspettare che torni la fiducia”.
Lei è anche presidente di Confcommercio Verona. Come sta reagendo la città?
“Siamo costretti a pensare in modo diverso rispetto al passato. Abbiamo lanciato un motore di ricerca per vendere online destinato ai negozi di vicinato: sta funzionando molto bene. Ristoranti e bar, grazie alle pressioni sul governo dell’intero settore, sono riusciti a riaprire il 18 maggio, e questo gli ha permesso di adattarsi prima alle nuove regole”.
All’inizio il distanziamento deciso dal governo era di 4 metri quadrati…
“(Ride, ndr) Già, e mi sa che qualcuno aveva sbagliato i conti”.
Verona, soprattutto negli ultimi anni, ha puntato moltissimo sul turismo. E ora?
“Dovremo puntare molto più sulla qualità che sulla quantità. Lo diciamo da tempo, è vero, ma ora non possiamo più rimandare”.
Alessandro Gonzato