Alla Colonna, dove regna la cotoletta Paolo e Andrea: “E pensare che è nata per...sbaglio. Che serate con Zigoni e Vendrame”

Il tavolo n. 8 non c’è più. L’hanno ritirato, come si fa con le maglie dei grandi campioni: “E’ stato il tavolo in cui abbiamo servito la prima cotoletta”. E come tutte le migliori invenzioni, anche questa
parte da un errore geniale. Perchè i fratelli Andrea e Paolo, si stanno costruendo una storicità con le loro mani: dal 1987, il primo dietro ai fornelli e l’altro ad intrattenere il gentil pubblico. Anche se la passione per la cucina arriva dalla mamma, “la mitica Angelina”, fiera rappresentante di una generazione di ristoratori. Loro abruzzesi di padre e “veronesissimi” di nascita, come dimostrano i vari cimeli alle pareti, che trasudano fede gialloblu. Eccoci alla “Trattoria alla Colonna” ad assaggiare la cotoletta più famosa di Verona: Largo Pescheria Vecchia, in pieno centro storico. Un menù ricco di proposte, ma la protagonista assoluta resta lei. E tra tutte le sfortune di questa pandemia, “almeno siamo riusciti ad avere un plateatico con 30 posti”.
Come è nata questa fantastica cotoletta?
Paolo: “E’ nata per sbaglio: l’aiuto cuoco stava male, e io che sono storicamente quello con più
pazzia in corpo, ho detto “Vengo io in cucina”. Stavo preparando delle cotolette per degli amici e le
ho tagliate molto più grandi del solito. Nostra madre le porta in sala, e tutti i presenti hanno voluto cambiare il secondo con la cotoletta. Il giorno dopo, la gente entrava a chiedere di questa cotoletta fuori misura, e col passaparola si è sparsa la voce”.
Andrea: “All’epoca, stavamo provando un sacco di cose per attirar gente: spaghetti allo scoglio, il capriolo con la polenta, però non prendevano piede. Quella sera, la sera della prima cotoletta, visto
il taglio, enorme accusai mio fratello di mandarci in rovina. E lui ancora me lo rinfaccia…(ride). E’ stata la nostra fortuna, e nel tempo siamo riusciti ad aprire anche “L’altra Colonna”, e “Mr. Cotoletta” che fa solo delivery.
Quali sono le più richieste?
Paolo: “Diciamo le prime tre che abbiamo messo in menù: quella classica, pomodorini e rucola e la
porcini e grana. Come dimensioni vanno la piccola e la media, la gigante invece è tosta da finire”.
Per non parlar della vostra maionese fatta in casa, altra specialità…
Andrea: “Ce la chiedono tutti e ne prepariamo 3 litri al giorno: 4 tuorli di uovo, 3 interi, aceto, sale,’na puntina de senape, olio e limone”.
Ospiti da ricordare?
Paolo: “Tanti: Nino Manfredi, Mario Carotenuto, Egon Furstenberg, Pieraccioni, Cochi e Renato. E poi Zigoni, il mio idolo, ed Ezio Vendrame. Erano a Verona per presentare il loro libro, e poi a cena da noi. Tra una bottiglia e l’altra, abbiamo finito tardissimo, con Vendrame a fare dediche in rima ai partecipanti: una serata memorabile”.

Fabio Ridolfi.

LA RICETTA: “Da bere? Noi consigliamo la birra”

Che carne usate?
Usiamo la lonza di maiale, pezzo intero tagliato a seconda della richiesta del peso. La battitura è determinante, deve essere battuta con maestria per non romperla.
E l’impanatura?
Facciamo una doppia impanatura: pane, uovo, pane, né farina né formaggio, e poi fritta nell’olio.
Da bere cosa consigliate?
Noi consigliamo la birra, anche se la maggior parte della gente prende vino rosso. Ci starebbe meglio una bollicina, del vino bianco frizzante, o anche il lambrusco sarebbe perfetto.
Prezzi?
Tra i 10-13€ quelle piccole, 14-19€ quelle medie, 20-32€ quella gigante: dipende dal condimento che si sceglie.