All’ hotel Unicredit. Il progetto Folin di Cariverona fa litigare le categorie Per Confcommercio e Federalberghi rischiamo il disastro come a Firenze e Venezia dove lo spopolamento del centro storico ha ormai raggiunto tassi di desertificazione

“L’esigenza di nuovi alberghi in centro storico deve essere vista come punto di arrivo di una nuova pianificazione della città, non certo come punto di partenza: a bocce ferme potrebbe apparire solo come una speculazione edilizia”. E’ il commento di Confcommercio Verona e di Federalberghi Confcommercio Verona alla possibile realizzazione di un hotel negli ex spazi Unicredit, di cui si è tornato a parlare in questi giorni.
“Lo studio che la Fondazione Cariverona commissionò al Prof. Marino Folin, per proporre un riuso ragionato degli immobili di sua proprietà, metteva esplicitamente in guardia rispetto al fatto che, in assenza di una logica di arricchimento funzionale del centro storico, un nuovo albergo potrebbe rivelarsi un errore”, fanno presente Confcommercio e Federalberghi Verona. “Questo perché – parole di Folin – autorizzare un nuovo mega albergo nel centro storico di Verona così com’è, e quindi muovendosi nella direzione di un mero soddisfacimento della domanda turistica esistente, potrebbe rivelarsi finanziariamente corretto nel breve periodo, ma avere effetti nefasti per questa parte della città nel medio e lungo periodo”. “Negli ultimi giorni – aggiungono Confcommercio e Federalberghi Verona – si fa riferimento solo ed esclusivamente alla richiesta di realizzare in Via Garibaldi un enorme nuovo albergo e nient’altro: senza che ciò sia accompagnato da alcuna pianificazione a sostegno e senza che ciò venga preceduto da alcuna grande opera che lo giustifichi. Eppure, Folin aveva ipotizzato un immenso centro congressi da 1.800 posti e un centro benessere/Spa aperto a tutta la città, ma non si parla più né dell’uno, né dell’altro”.
E ancora, Confcommercio e Federalberghi Verona fanno riferimento alla norma, tuttora vigente nel Pat del Comune di Verona, che dispone come all’interno del centro storico non sia possibile aumentare nemmeno in minima parte la superficie da destinare ad attività alberghiera.
Oltretutto, “se venisse concessa questa deroga, non si vede come si potrebbe negare la medesima concessione ad altri privati già in attesa di richiedere deroghe analoghe per altri palazzi del centro: il tutto senza una nuova pianificazione, ma in maniera estemporanea, una deroga qui e una deroga là”.
“Rischiamo – proseguono Confcommercio e Federalberghi Verona – il disastro cui si assiste a Firenze e Venezia, dove lo spopolamento del centro storico ha ormai raggiunto tassi di vera e propria desertificazione e dove le botteghe storiche sono diminuite perché, in un centro storico trasformato in resort, non servono più negozi tradizionali, solo qualche catena internazionale e una miriade di bar”.
Quanto ai “sondaggi” che avrebbero registrato ampi consensi a favore della autorizzazione di un hotel “di superlusso”, che potrebbe attrarre “un turismo di élite”, “forse sfugge il fatto che l’autorizzazione è solo a cambiare la destinazione d’uso di un palazzo convertendolo ad uso alberghiero.
Confcommercio e Federalberghi Verona, ancora, sottolineano che “non è certo una struttura a cinque stelle da sola ad attrarre turismo di lusso: è tutto un sistema composto da territorio, città, eventi, manifestazioni capace di attrarre turismo di qualità, quelli che tutti vorrebbero. Nell’arco di 500 metri, a Verona, ci sono tre strutture di lusso le quali, per mancanza di questo livello di turismo, oggi faticano a rimanere competitive sul mercato”. Confocommercio e Federalberghi restano aperti al confronto…