Si concluderà domani (mercoledì 31 luglio ndr) la prima fase dell’intervento di messa in sicurezza di via Pontida, che prevede il taglio dei pini marittimi presenti nell’aiuola spartitraffico. La strada, nel tratto tra via Da Vico e ponte Risorgimento, oggi si presenta con numerose buche, dossi e avvallamenti che la rendono pericolosa al transito dei mezzi, moto e bici in particolare. Numerose le segnalazioni arrivate dai cittadini. Responsabili di queste rotture dell’asfalto sono le radici degli alberi sulle quali, però, non è possibile intervenire, senza compromettere la salute e la stabilità della pianta e, di conseguenza, la sicurezza di chi transita nella via. Un intervento concentrato sull’apparato radicale dei pini li renderebbe, quindi, instabili e pericolosi. A questo intervento, seguirà poi la sistemazione della linea elettrica, necessaria all’alimentazione dei quattro pali della luce presenti. L’impianto di illuminazione, infatti, risulta a sua volta danneggiato dalle radici che si sono avvinghiate alla rete elettrica sotterranea. Al termine di questi lavori, si procederà con la riasfaltatura della strada e, in settembre, l’intervento si concluderà con la piantumazione di nuovi alberi più resistenti e con minori problemi di gestione. “Complessivamente – ha detto l’assessore alle Strade Marco Padovani – i lavori in via Pontida dureranno un paio di settimane. Dopo anni di attesa, l’intervento non era più rinviabile. Con la riasfaltatura, la strada sarà completamente messa in sicurezza. I pini marittimi saranno sostituiti, privilegiando alberi autoctoni che rappresenteranno una vera risorsa per l’ambiente. La piantumazione, che prevede l’utilizzo di alberi di media grandezza, è prevista in settembre, periodo più idoneo rispetto all’estate. In quella occasione, sarà completata la sistemazione dell’aiuola”. Ma c’è chi parla di strage in via Pontida. “Siamo avviliti e arrabbiati di fronte a tale spreco di patrimonio arboreo” interviene la consigliera Elisa La Paglia con il gruppo consiliare della Prima Circoscrizione composto da Renzo Bellotti, Andrea Trombini e Franco Cacciatori. “Lungi da noi l’intenzione di mettere a repentaglio l’incolumità di ciclisti o motociclisti, diciamo che è imbarazzante l’improvvisazione e il dilettantismo con cui anche questa amministrazione affronta questo genere di problemi, quasi a far gara tra gli assessori a chi abbatte più alberi. Proprio per affrontare criticità simili, infatti, tutte le città civili si dotano di un regolamento del Verde. Peccato che quello di Verona sia fermo in giunta in attesa di una fantomatica “revisione” da ben 12 anni, 10 dei quali sotto l’amministrazione Tosi e già due anni e mezzo sotto quella Sboarina. Sappiamo benissimo prosegue La Paglia che la nostra città conosce annualmente un ricambio di 5-600 piante, ma ora, in questo caso, come in quello del filobus, assistiamo ad una strage di alberi sani. Chiediamo che la questione del verde pubblico sia affrontata riconoscendo innanzitutto il valore centrale di tale tema al fine dello sviluppo armonico e sostenibile della città, dunque senza imbarazzanti proclami di messa al bando di specie arboree, e in secondo luogo verificando ogni cantiere e scelta amministrativa con competenti alboricoltori, coi metodi e gli organismi previsti dal regolamento del verde. È fondamentale una programmazione, una più stretta cooperazione tra Comune, Amia, e Amt, Agsm e gli uffici urbanistica e manutenzioni stradali. La presenza di personale competente in fase di progettazione del filobus avrebbe evitato il taglio di molti degli alberi che Amt ha previsto di tagliare. Nel sensibilizzare quella parte di politica che ancora non vuole capire l’importanza dei temi ambientali, gioca un ruolo fondamentale la mobilitazione dei cittadini come in via Fra Giocondo, ad esempio, dove ha permesso di salvare 6 alberi su 21”.