C’è una questione cruciale sulla quale la maggioranza di Palazzo Barbieri, che regge l’amministrazione del sindaco Damiano Tommasi rischia la tempesta: quella delle scelte urbanistiche.
Anche se tutto sembra essere tornato sotto traccia, non si sono certo indeboliti i malumori interni alla maggioranza sulla questione delle deroghe per gli alberghi in centro storico.
Due deroghe in particolare, tenute ferme dalla precedente amministrazione, sembrano ora destinate a sbloccarsi come anticipato dalla vicesindaca Barbara Bissoli. Anche se il confronto in Giunta con una dleibera nero su bianco non c’è ancora stato.
Stiamo parlando delle deroghe per la trasformazione da residenze a veri e propri hotel per Palazzo Bottagisio all’angolo tra via Leoni e stradone San Fermo e per Lords of Verona in piazza dei Signori, sopra Caffè Dante.
Ma questo sarebbe solo l’antipasto di ciò che c’è in cantiere: ci sono altre quattro richieste analoghe in centro storico per deroghe alberghiere oltre all’hotel Marriott in via Garibaldi già approvato in Consiglio comunale. Una vera e propria trasformazione del cuore della città che sta creando un forte dibattito sia tra le categorie interessate per gli aspetti economici sia tra gli urbanisti per il futuro del centro storico sempre più turisticizzato e sempre meno abitato da residenti.E quelli che ci sono se ne vanno. Vediamo intanto le prime due richieste.
Per Palazzo Bottagisio la società Soave Property srl ha presentato nel febbraio 2021 al Comune la richiesta di cambio d’uso da commerciale e residenziale a turistico ricettivo: la nuova attività alberghiera prevede 30 camere suite, peraltro già pubblicizzate da tempo sul sito internet.
Per quanto riguarda Lords of Verona si tratta dell’antico palazzo del 1200 in piazza dei Signori già attivo da tempo con mini appartamenti di lusso: la società Innovazioni srl ha richiesto nell’ottobre 2019 al Comune il cambio di destinazione d’uso da residenza adibita a locazione turistica ad attività di appartamenti/residence extraricettivo per 31 appartamenti.
Ma non è tutto. Per la trasformazione di residenze in veri e propri alberghi c’è la fila.
Sempre nel 2019, per un immobile in via XX Settembre è stato chiesto un cambio di destinazione d’uso da extralberghiero ad alberghiero. Si tratta di un cambio di attività mediante fusione di due attività ricettive extralberghiere in una unica attività alberghiera, per un totale di 9 camere.
Nel 2020 è stata presentata a Palazzo Barbieri un’altra richiesta per un ampliamento dell’attività alberghiera in vicolo Tre Marchetti mediante fusione con una unità residenziale per creare due nuove camere portando il totale a 39 e la creazione di una sala colazioni.
E arriviamo così in via Catullo: nel luglio 2021 è stata inoltrata al Comune la richiesta di deroga per un cambio di destinazione d’uso da residenziale a ricettivo extralberghiero. Si tratterebbe di cambiare la destinazione d’uso di 8 unità residenziali al primo piano di un immobile per destinarli ad alloggi turistici: in questo modo verrebbe ampliata l’attività turistica ricettiva extralberghiera già esistente al secondo e terzo piano con 16 mini alloggi.
Altri quattro immobili in lista d’attesa
C’è poi un’altra richiesta di deroga per attività turistiche. Riguarda un immobile in via Duomo per il quale è stato chiesto il cambio di destinazione d’uso da residenziale a ricettivo alberghiero: la residenza è già adibita a locazione turistica e la proprietà vorrebbe trasformarla in appartamenti-residence con la creazione di servizi generali: in tutto 8 alloggi turistici. Per tutti questi casi viene chiesta la deroga ai sensi dell’articolo 14 del dpr 380 del 2001 che prevede di uscire dalle norme urbanistiche per le attività di interesse pubblico. Il fatto che venga richiesta la deroga non significa che il Comune interpellato sia tenuto a rilasciare il permesso: è una facoltà discrezionale della amministrazione comunale, che implica quindi una decisione politica. Ed è sulla volontà politica che interviene l’architetto urbanista e già assessore comunale Giorgio Massignan che nelle scorse settimane, in qualità di coordinatore dell’osservatorio Veronapolis, aveva avuto un franco scambio epistolare con il sindaco Damiano Tommasi.
“Sono certo che, con la volontà politica, una giunta comunale potrebbe, se non azzerare, trattare e modificare le decisione pregresse. Un’amministrazione comunale, se vuole, può contare su propri ed efficienti strumenti di pressione. Ma, gli amministratori non intendono forzare, così l’hotel Marriot in centro, l’edificazione della Marangona, il centro per disabili al Pestrino, le piattaforme per skate board di fronte alle mura magistrali, il filobus, i nuovi alberghi in deroga in centro, gli altri ancora a Verona sud e le destinazioni imposte dal demanio militare per le caserme dismesse, tutti progetti del passato, saranno realizzati”, afferma Massignan.
Il nostro centro storico continuerà nel suo processo di desertificazione di abitanti e di esasperazione del consumo turistico; non saranno presi provvedimenti per risolvere il problema del caro affitti e della necessità di studentati, così come di organizzare strutture adeguate per un tipo di turismo giovane e di cultura. Mi sembra capire che questa giunta, come le precedenti del resto, abbia un occhio di riguardo nei confronti di alcune istituzioni cittadine, quali la Fondazione Cariverona.
A tale riguardo, non ho mai compreso il motivo di scegliere quale vicesindaca, assessora all’urbanistica e ad altro ancora, l’avvocata Barbara Bissoli, che è stata una delle più solerti professioniste della Fondazione Cariverona nel contribuire a trovare il modo di applicare lo Sblocca Italia e di ricorrere alla deroga per far approvare il cambio di destinazione d’uso all’ex sede Unicredit, da uffici a hotel di lusso”.
“Così come risulta strana la decisione di scegliere, come capogabinetto del sindaco, un avvocato che collaborava con la Fondazione Cariverona e che fu determinante nelle vicende di cambio di destinazione d’uso dei Magazzini Generali, sempre di proprietà della Fondazione, da culturale e sociale a commerciale e direzionale. Tutte trasformazioni che hanno penalizzato la collettività e favorito gli interessi degli investitori privati”.
“Ma la situazione paradossale -aggiunge Massignan – è la quasi totale carenza di opposizione. Quella consigliare rimane zitta perchè si rende conto che si stanno sviluppando i loro vecchi progetti. Mentre la cosiddetta intellighenzia locale non si muove per tema di essere accusata di fuoco amico”.