Amarezza e rabbia tra gli albergatori veronesi dopo che il ministro del turismo Massimo Garavaglia ha espresso parere negativo agli emendamenti del disegno di legge che avrebbe concesso più poteri ai sindaci in tema di turismo e affitti brevi, sul modello di Venezia. Emendamenti che tra l’altro erano stati firmati e sostenuti in modo bipartisan da Pd e Forza Italia. “Sarebbe stata l’occasione per regolamentare finalmente questo ambito del ricettivo, riportando il nostro centro storico alla giusta “armonia” fra residenti e turisti, mentre già oggi si registra un crescente squilibrio di una recettività sempre più diffusa a scapito dei residenti – commenta Giulio Cavara, presidente di Federalberghi Confcommercio Verona. “Attualmente l’amministrazione Comunale non ha alcun potere di pianificare e detare zona per zona la quantità “sostenibile” della tipologia più diffusa di ricettività extralberghiera, cioè le locazioni brevi: assiste quindi impotente al suo progressivo proliferare concentrato in misura sempre più sproporzionata sul centro storico”.
“Questo – aggiunge Cavara – è lo specchio dell’Italia: chi cerca di fare normative per mettere in regola situazioni pericolosamente sprovviste di regolamentazione viene contrastato da un sistema politico che finora non si è minimamente occupato di normarlo nei punti essenziali . Sarebbe davvero importante che anche il nostro Paese si decidesse a fare come hanno già fatto altri importanti Paesi europei, cioè sottoporre anche questa forma di ricettività, come lo sono già le altre, ad un requisito di autorizzazione da parte della amministrazione comunale. Ricordiamo che nel 2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato che questo tipo di soluzione è conforme al diritto europeo perché volta non a ostacolare la concorrenza tra diverse tipologie di attività ricettive, ma a stabilire un dispositivo di lotta contro la scarsità di alloggi destinati alla locazione di lunga durata, con l’obiettivo di rispondere al peggioramento delle condizioni di accesso agli alloggi e all’esacerbarsi delle tensioni nei mercati immobiliari (quindi non tutela solo gli interessi di alcuni, ma l’interesse generale)”.
“Se l’amministrazione comunale continua ad essere sprovvista del potere di “dosare” la ricettività in ogni zona della città, le strutture ricettive continueranno a moltiplicarsi a dismisura sempre e solo all’interno del centro, dando luogo ad una concentrazione sempre meno sostenibile”, dice ancora Cavara. “Bologna e Firenze si erano già espresse a gran voce reclamando l’estensione della norma introdotta dall’emendamento Pellicani per ora solo a Venezia; ma anche qui a Verona l’esigenza si avverte eccome, nonostante l’ottimo lavoro di contrasto all’abusivismo fin qui svolto dalle forze dell’ordine, polizia municipale in primis”. “Ho incontrato recentemente il ministro Garavaglia qui a Verona – conclude Cavara – gli avevo evidenziato l’estrema urgenza di occuparsi di questo problema che investe tutte le città d’arte italiane. L’ho trovato impreparato. Le sue ultime dichiarazioni confermano che la mia sensazione non era sbagliat”. Egli sostiene che la criticità è rappresentata solo dall’abusivismo; in realtà il vero nodo su cui lavorare è dare facoltà ai Comuni di governare il fenomeno, e l’emendamento Pellicani ha centrato il punto”.
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