«Al momento si trovano in isolamento 18.866 persone, e il dato è in calo. Crescono i positivi, 11.925 e sono 227 in più rispetto a ieri. Diminuiscono i ricoverati, 1.876, così come diminuiscono le persone in terapia intensiva, 297 ossia 29 in meno. Siamo quindi sotto i 300 e questo è merito dei veneti: le restrizioni sono state rispettate. I dimessi superano per il sesto giorno i ricoverati, 1.265, sono state curate 3.141 persone, i morti sono 634». I numeri restano pesantissimi ma il governatore del Veneto Zaia tira un piccolo sospiro di sollievo. I test proseguono a tappeto, ne sono stati effettuati 153 mila, e ora all’ospedale di Padova è entrata in funzione una macchina capace di analizzarne 9 mila al giorno. Si tratta di una attrezzatura unica in Italia. «Abbiamo accumulato tamponi da analizzare per mancanza di reagenti» ha spiegato Zaia «sono circa 8 mila e ora speriamo di andare a regime. Se avessimo avuto fisicamente tutti i tamponi e i reagenti saremmo andati a 100 all’ora, ma purtroppo la capacità delle macchine già in uso era al minimo perché non avevamo reagenti». L’obiettivo, adesso, è di 20 mila tamponi al giorno. Anche sul fronte dei reagenti e dei kit (gli “stecchini” che vengono usati per prelevare campioni di saliva o muco) il Veneto ha comunque saputo rimboccarsi le maniche e organizzarsi avviando produzioni e sperimentando di materiali “made in Veneto”. In caso di riapertura progressiva delle nostre città Zaia si è auspicato che i primi a uscire possano essere i giovani: «Durante questo mese sono stati esemplari. Vanno premiati».